Chiedono udienza, chiedono venia, chiedono sete
E pendono coscienti, incantate, secche come mummie,
La pinna a sfiorare la pietra umida
Della mia cantina.
Gli occhi gialli, aperti, tagliati dal volo
Delle zanzare.
Una squama si lascia accompagnare
Nella tana,
Da una formica coraggiosa.
Sirene,
Puzzo di spine
Di fiabe marcite addosso,
Sulla pelle verdognola,
E soffocate
Senza un lamento,
Senza un fine.
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