giovedì 31 maggio 2007

Giro d'Italia


Passa il giro.
Giro tondo.
Colorato
Festeggiato
Avvilente
La fatica non la si salva più
La aiuta il farmacista
Il medico
Lo spacciatore.
La fatica che era rispetto e onore e ammirazione e applausi
Ora è sospetto e amarezza
Ma la voglia
Quella di prendere in mano la bici una volta in più
Di provare anche noi
Di respirare i tempi cauti della pedalata, così superiori, nel concetto di bellezza, rispetto all’automobile.
Ecco, quella voglia

Ancora non ce l’hanno rubata.


mercoledì 30 maggio 2007

Prestare parole

Le parole, di buono han questo,
Se rimani senza puoi prendere quelle degli altri
Non si offendono
Per lo più
Non lo vengono nemmeno a sapere
Alcuni, addirittura, le diffondo apposta perché chi è rimasto senza le prenda
E le diffonda a sua volta.
Poeti, scrittori, musici.
Ma anche politici, pensatori, attori, idioti qualsiasi.
Tutti a prestare parole.

E sembra quasi che gli fai un piacere, se usi le loro, di parole


martedì 29 maggio 2007

Pozzanghere sporche


Ci è voluta un’intera notte
A spingere perché si aprisse il cielo.
Ora si è sbeccato
E gli spruzzi di azzurro
Sporcano le finestre e le pozzanghere.
Passa una ruota
E paiono ripulirsi
Ma poi l’azzurro torna
Con i denti scheggiati
Gli occhi persi nella faccia
Come il cielo che vorresti come amico
Prima di partire per lontano
Pedalando goffamente.


lunedì 28 maggio 2007

Mare marrone


Arriva la pioggia. L’ho presa tutta e non mi sono spaventato. Le grinze sui piedi rinchisi per troppo tempo nelle scarpe pesantissime e quelle sulle mani non mi spaventano. Mi è sempre piaciuto quell’invecchiamento innaturale. La scia di acqua e fango che sale dalle ruote e sbatte sul ferro della bici e sul mio sedere non infastidisce più. E anche gli occhiali sgocciolanti le gocce che picchiano si fan presto abitudine. La gente svuota le case. I vigili e i pompieri lampeggiano blu.
I vecchietti fan quel che faccio io, ma con l’ombrello e camminando.
Poi prendo l’auto e tutto cambia. Ai lati della strada, dove prima c’erano i campi, ora c’è il mare. Un mare marrone, che ti nasconde i fossi e i rame, nasconde le cunette, i dossi. Un mare che ti osserva dal ciglio e fa sentire come camminare sul baratro.
E fa paura.
Fa paura stando in auto. Perché l’auto stacca il filo che lega alla terra, al correre, al camminare, al nuotare, al fuggire. L’auto ti obbliga vicino a una striscia bianca, che fa “ssshhh” di continuo. E questa paura è questo di libertà. Di una trappola, di una prigione. Poi l’acqua torna a correre. Non si ferma più, e la paura scorre, e non si ferma più, ne a ridere, ne a chiacchierare.


sabato 26 maggio 2007

A messa!


Musi messi in massa a messa
Massi ammessi
Mesi mossi
E messi smesse.
Purtroppo
Mi sa che ho messo
L’ommesso
E smosso
L’immesso!


venerdì 25 maggio 2007

Tutto può cadere


Tutto può cadere
E la gravità della situazione
È inversamente proporzionale alla sua fragilità.
È il rimbalzo che preoccupa i più.


giovedì 24 maggio 2007

È proprio il caso di dire

È proprio il caso di dire
Sulle strade calde di sole e liscie di buio
Nello spazio che va dagli sbadigli alla falce di luna
Che l’auto scivola.
E scivolare è il verbo adatto
Nella sua accezione più intransitiva
Che lo avvicina a correre
Andare.
Cosi posso dirlo
Che sono scivolato a Codroipo, stanotte,
E durante il ritorno
Ho quasi investito il cavaliere

Della mia memoria.


mercoledì 23 maggio 2007

Prospettiva ingannata

Per incantare la prospettiva basta qualche bottiglia
Anche non allineata
Bastano righe
Polveri sottili
Cose che non ho
La inganno alla buona
Lento al contatto
Gioco a spostarmi per spostare le cose
La inganno quasi sempre
E non importa se sono io lo sconfitto
Moneta cattiva, paga quanto una moneta buona,

Una volta spesa.


martedì 22 maggio 2007

Incatenare il mare


Quante catene servirebbero al mare?
Lui che non vuole confessare
Che sono gli anelli, di cui vorrebbe far tesoro
Lui che tutto può
Tranne che circolare.


lunedì 21 maggio 2007

La mano

Ieri nuotavo. E appena l’acqua di mare si fa un po’ più profonda, e la si guarda in obliquo, nuotando, si trasforma in uno sfondo scuro, tra il verde avvolgente ed il nero-viola. In quel colore le mani, giunte a pregare la bracciata di portarti avanti, diventano particolarmente suggestive. Sembrano pesci, che si staccano e ricongiungono sotto il pelo dell’acqua. Ogni tanto il cavo dell’onda scopre i pollici e genera spruzzi, ogni tanto sono loro che, sapientemente, scostano l’alga che ne interrompe la danza. Così mi sono fermato a guardarle, le mani, prima di uscire dall’acqua. A osservarle da vicino, con l’idea di eliminare mentalmente alcune linee e lasciarne altre. Quanta meraviglia! Nella sinistra ho visto subito una vela. Nella destra non c’era. Così ho guardato solo la sinistra. E di seguito ho visto il tronco di un albero, le dune del deserto, un’altra vela più piccola, le corna di uno stambecco, le frecce del parcheggio sotterraneo, un parcheggio a lisca di pesce e una manciata di altre cose che nemmeno ricordo, ma che potrei ritrovare subito, se lo volessi. E portarsi dietro ogni giorno una mole così vasta d’immagini è consolante.



sabato 19 maggio 2007

Tramonti finti


Ascolto una canzone di vent’anni fa
Che ho ballato cantato ascoltato
E mi accorgo che le orecchie
Che sembrano più grandi e consumate
In realtà sono le stesse di vent’anni fa
Lo stesso mi accade con lo zucchero filato e le ciliegie
Che assaggio con la lingua di vent’anni fa
E con l’odore di crostoli
E le croste che tolgo dal ginocchio, con le unghie.
Le dita, il naso, gli occhi, la lingua
Marciranno
Ma il tatto, la vista, l’udito, l’olfatto
Quelli no
Invecchiano solo se glielo permettiamo.


venerdì 18 maggio 2007

Crediti inesigibili



Non ce ne rendiamo conto, ma nel corso della vita ci fanno credito. Spesso accade in adolescenza, a volte subito dopo. Forse più rarameente da piccoli.. Succede con un libro, con un dsco, con un film, con una frase, con un amore, con un comportamento, un luogo. E dopo quel momento, quella persona, quella band, quello scrittore, quell’amico, quella località, hanno un credito nei nostri confronti. Il che non significa propriamente che abbiamo un debito. Significa piuttosto che, da lì in poi, ogni cambiamento, ogni vaccata, ogni atteggiamento, sarà concesso e quasi perdonato, o sopravalutato, o minimizzato. Tutti abbiamo i nostri crediti inesigibili. I miei crediti sono stati tanti. I Pearl Jam, Lansdale, Palahniuk, Tori Amos, P.J. Harvey, Matheson, Jeff Buckley, I Red Hot, la Bender, Murakami, Hayez, Lignano, Le Rive del castelliere, gli Stone Temple, gli Alice, Orwell, Ballard, Poe e Lovecraft, Baricco, Carver, Filippo, Cernobil, il Brodis, il Ledra, i Radiohead, Almodovar, Cinzia, i timoria, i marlene, Vittorio Sereni, Rimbaud e forse qualche altro centinaio d’altre cose, genitori compresi. Inutile continuare, era solo per rendere l’idea. Tutto ciò, in un modo o nell’altro, mi ha fatto credito, mi ha prestato qualcosa. Qualcosa che non ho mai restituito, ne ho intenzione di farlo. Anzi, diciamo pure che spero di riuscire, a non farlo mai.


giovedì 17 maggio 2007

Stare fuori e guardare da dentro

Ecco sì
Proprio poco fa
È tornata la spaccatura
Del mio mancato essere artista
Chissà perché poi
In due categorie
Non so se principali
Chi
Dipinge ciò che vede
(non fraintendete, no,
Non parto di realismo o simili)
E chi
Vede
Ciò che dipinge
Come Dalì
Io credo.
E non parlo di Futurismo
Surrealismo
E dintorni.
Semplicemente dello stare dentro
E guardare fuori
E dello stare fuori
E Guardare da dentro.
Anche scrivendo

È questa seconda cosa che ho sempre desiderato fare.


mercoledì 16 maggio 2007

Parco non parco

Ieri sera stavo per andare a correre. Ho preso marsupio, mp3, cuffie e stavo per salire in macchina, per andare il parco, ma cominciava a piovere. E che ho fatto? Sono rientrato e ho pensato di rinunciare. Poi ci ho pensato e mi sono detto se ero veramente io quello che non stava facendo qualcosa per via della pioggia. Evidentemente no. Tutt’ora mi chiedo chi era quello che è rientrato in casa. Abbiamo dei sosia dentro. Fatto sta che sono andato a correre e non ha piovuto. Anzi c’era sole. E il parco, con il sole, dopo la pioggia, non è affatto parco di meraviglie. Chi ci va può capire. E come quando si dà l’impregnante al legno, che tutto è più lucido. Nel parco, in questo luccicore, succedono un sacco di cose. Escono scoiattoli come funghi e funghi grossi come scoiattoli. Le ghiandaie di mostrano schive il culo bianco e il frullo d’ali. Gazze e corvi volano rasoterra da farsi scambiare per topi (per fortuna non accade l’inverso). Ieri poi c’erano le more, nere e rosse, che se le assaggi ti tolgono dieci anni per gamba. Chissà quale scelleratezza mi stava portando a rinunciare a tutto questo. La pioggia mi ha sempre stimolato e non mi ha mai impedito nulla. Ieri stava per farlo. Che sia questo l’invecchiare?



martedì 15 maggio 2007

Parvenze


Mi è apparsa una parete
Di parole da usurpare ai miei pari
È scomparsa una parata di paranoie
Ho imparato a parare i pareri
Imparentati a chi pare
Le sa solo rippare o rappare


lunedì 14 maggio 2007

Tagliando il cane

Sto tagliando il cane
Il pelo, intendo
È un lavoro immane
Nodi
Trecce
Pulci
Terra
Sangue (?)
Flora e fauna indefinite.
Realizzo due cose
Che non so se riuscirò a tagliarlo tutto, questo cane
Prima che il pelo ricominci a crescere
Non mi piace
Fare cose che non terminano prima che siano da rifare
Non vorrò mai un prato così grande
O una siepe così lunga
Danno l’idea di un moto perpetuo e perverso.
La seconda cosa
È che il mio cane è una cagnetta
E ha la barba
Lunghissima

E nessuno se ne sconvolge.


sabato 12 maggio 2007

Me, google and I

A furia di blog, mail, post, forum.
A furia di ficcare il naso e mostrarsi
Questo grande specchio che non riflette mi ha dato una soddisfazione.
È facile
Basta mettere ‘gelostellato’ su google
E lui
Poverino
Ti dice con finta gentilezza
Celando a malapena spocchia e derisione
“Forse cercavi cielo stellato”
E invece no!
Piccolo saccente di merda!
Tu che sei lì, a sottolineare tutti i miei errori di battitura
Tu che sei lì e sai tutto di tutti
Invece no!
Volevo proprio scrivere gelostellato, caro.
E come dissi al tuo cugino lontano,
Quel Word
Quando mi consiglia di scrivere ciglione,
Al posto di coglione
Ecco caro,
Stavolta hai torto
E posso andarmene sorridendo

Con la ragione nelle mutande!


venerdì 11 maggio 2007

Si ricomincia!

Si ricomincia!
Gelostellato è cresciuto
Ha cambiato casa e aspetto e ha cominciato a figliare.
E' cresciuto così tanto da potersi permettere un diminutivo
Gelo
E da potersi permettere dei pensieri
Questo è il primo.
Un passo lo si fa a partire da dentro, giusto?
Questo è un passo.
E anche il viaggio più lungo comincia con il primo passo, giusto?
Ebbene, l'ho fatto.



 

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