giovedì 19 ottobre 2017

Divani scomodi


Sono quasi le 5, ma sono lontani i tempi in cui l'alba, a quest'ora, era alle porte. 
C'è un disegno che si allunga dalla torta di mele di mia madre al latte freddo e insapore. 
C'è una canzone del Buon Inverno che fa lo stesso dalle braci ancora calde alle castagne che non ho preparato. 
Tu dove sei? 
Dove hai messo le cose belle che mi spettano? 
Dove hai nascosto i miei cuccioli di dinosauro e gingilli per tenerli occupati? 
L'ombra di un codino alto non è più meditazione sulla scacchiera della tovaglia. 
Alle pareti si moltiplicano i demoni buoni 
Che non rinchiuderò in una cornice di legno. 
Domani è fra un'ora e io ho ancora le mani piene di carezze, 
Di sesso, di colori, di sorrisi strappati e moltiplicati, 
Di fatica, di briciole, delle piccole meraviglie celate nella piega di un petalo.
Sul divano scomodo, senza mai sprimacciare cuscini, si possono costruire cattedrali e draghi di carta. 
I sogni, quelli no, quelli stanno seduti in tavola e ci guardano 
Aspettando una di quelle birre gelate di cui è pieno il frigo.


lunedì 9 ottobre 2017

Caro vecchio nemico


Sei tornato, mio caro vecchio
Nemico Amore.
Come hai fatto? Come
Mi hai trovato, in quale
Tasca di vecchio cappotto 
Ti eri nascosto?
E ora che sei qui, 
Come mi trovi, caro mio
Vecchio nemico Amore?
C'è più grigio o sfumatura
Nei contorni del viso, c'è
Più sete o fame
O sonno nella linea
Che inquina la ruga?
E tu, caro vecchio mio
Nemico Amore quante 
Volte hai già bussato?
Quante lettere hai strappato
Senza averle scritte?
Caro mio vecchio nemico Amore
Lo so, che non hai nome e questo
Non è mai stato quello con cui
Ti ho conosciuto e lo so
Che non ami farti chiamare
Così.



 

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