martedì 30 ottobre 2012

Verranno i bambini

Verranno i bambini,
Con le loro facce piene, le gambe stanche,
I visi sempre pronti
A farci credere di assomigliare a qualcuno.

Verranno i bambini con i sorrisi in mano,
Per accecare, stordire, 
Strappare i denti dalle labbra 
E correre via
Ad acchiappare aquiloni e spettri.

Verranno per desinare,
Verranno soli,
Verranno addormentati.

Verranno i bambini con pietre nelle tasche,
Con i piedi per terra
A spingere via le formiche e
Le serpi.

Verranno fino a noi,
Verranno a prenderci, a dire basta,
A farci indossare versi e vesti
Che gli abbiamo riservato
Prima dei bambini che non saranno più.


domenica 28 ottobre 2012

Quatte quatte, le foglie

E c'è una luna che pare moneta
Truccata,
Come andasse a una festa.

Quatte quatte le foglie,
Leggere, affannate,
Sorprese a bighellonare
Tra fossi e giardini
Salutan con graffi e piroette e schiocchi e inchini.

E un vento seduto
Ad aspettare il mattino
E' freddo e stregato,
Come per il pesce
Il cammino.


sabato 27 ottobre 2012

Le galere

Diluvia.

I corridoi si sono alzati in piedi,
Sbirciando dai tetti
I boschi lontani.

Le galere,
Governate dai prigionieri,
Danzano di tamburi e tempeste.
Non ha grazia il remo,
Quanta ne abbia una goccia,
Un vortice,
Una gorgone.

Eppure dei mari, noi,
Godiamo più delle conchiglie
Che di scogli
O sale.


mercoledì 24 ottobre 2012

Coperchi per mani

 
Dai banchetti sale l'odore degli arrosti
Di chimere,
Il crocchiare degli spiedi
Su cui cuociono fauni e ninfe,
Mentre le sirene grillano nell'olio, impanate,
Schizzando i manici delle forchette e le orecchie
Dei cucchiai.
 
Spettri di briciole
Danzano un tintinnare di stoviglie.
Un mare di latte e caffè e bollicine
Si agita intorno a scogliere taglienti
Di venti pigri
E scogliere imbronciate.
 
Le dita
Sono un pezzo di mano,
Le unghie il loro coperchio.


lunedì 22 ottobre 2012

Ninnoli e cianfrusaglie

Continuo a sfiorare
L'ora del lupo,
In quest'anno infecondo.

Alle giornate rubo dalle tasche
Ninnoli e cianfrusaglie:
Uno scoiattolo che attraversa;
Un mostro buono, disegnato sugli appunti;
Una foto, 
Un caffè,
Un abbraccio inaspettato.

Di là,
Nel lavandino sguazza una sirena,
La Via Lattea chiede a gran voce
Biscotti e cucchiai
E una musa dalle mani ossute
Ha cominciato a vuotare la zucca,
Il sacco
E le tasche che avevo
Riempite appena.


Mani per sonno

Tori Amos,
Lampada e comodino,
Un libro che non parlerà,
E mani gentili
Di lana e flanella,
Pronte per afferrare gli incubi
E farne ombra chiara,
Da sciogliere nel quotidiano tepore delle similitudini.
Nel vuoto,
Tra una nuvola e una pioggia
Di polvere,
Ci sono mondi da scegliere;
Uguaglianze da esplorare.


sabato 20 ottobre 2012

Tombe crepate

Mi sono preso sulle spalle la notte,
Con tutte le sue lune
E le spine cadute dall’ombra.

Sulle spalle della sera
Ho poggiato la lama,
Le carte,
La mano vincente
Senz’unghie, né rughe.

Spalle al vento,
Ho lasciato i criteri,
Le foglie, le vele;
E tombe crepate da seppellirci ogni tasca
E ragione.


venerdì 19 ottobre 2012

Labbra come un mare

Sei comparsa come una luce,
Come il profilo di un viso conosciuto,
Come la mano
Che cerca il bicchiere per cercare la mano,
Come l'attesa dell'abbraccio,
Come la sete,
Come una parola pronunciata male
Distratta dal pensiero,
Come la collana di sorrisi
Che ti vorrei mettere in tasca
Per quando mi allontano.
 
Eri con me sulla sedia vuota:
I seni al petto,
Le labbra come un mare
Sconfinato
Solcato
Dai cuori delle nostre navi


sabato 13 ottobre 2012

Taglie, pensieri, cinture

Succede che ti alzi la mattina, e la sera prima sei stato al mare perché eri come una pietra, che vorrebbe muoversi ma non muoversi, un sasso che per natura è fermo ma può essere lanciato e non conosce salita, ma solo discesa. E succede che il mare nemmeno l'hai guardato, che non sei andato ma ti sei fatto in un qualche modo portare, ma la birra sulla risacca è cosa buona, e la schiuma è uguale alle onde.
E succede che non dormi poi, ma vegli e scrivi due frasi, ché a te, per due frasi, servono due ore, e poco importa che ti sprofondino nella notte, le scrivi e okay, così sia, per una volta. E già in quelle due ore, nel piatto, nella bottiglia vuota, nelle mani sporche, nelle canzoni vecchie, c'è che qualcosa di meglio l'avrai, nel dentro, il giorno dopo. Perché la mattina, dicano ciò che vogliono, è sempre forte, sempre luminosa, anche quando è grigia, come oggi, che un velo di pioggia ha coperto le sedie, l'erba e le pigrizie.

E lavi i piatti dei wurstel, la forchetta, il cucchiaio della nutella, getti la bottiglia della birra, e poi lavi la tazzina del caffè, quella del latte, quella dello yogurt, quella della carne schifosa dei gatti, e ti chiedi che diavolo di giornata sarà se tutto questo tempo serve a risistemare poche cose semplici e insignificanti fatte da poco. Ripensi a tante cose e cerchi di farne troppe, viviamo così, alcuni, che tra mille cose cattive a volte ne finiamo una buona, come il libro, come portare tua madre al parco, come il dispiacere per non riuscire a leggere più, o quello per aver letto troppe volte male, o malamente. Ma son cose piccole, cose da salutare, come il mare dopo l'ultimo bagno, o quelli con cui non hai, più nulla di colorato da dire.

E poi ti rendi conto che i pensieri tuoi, della tua taglia, non sono stati mai, ma meglio più grandi, sì, che una camicia la puoi sempre ficcare dentro i pantaloni o correre, per le tue giornate, tenendoteli stretti con una mano, o meglio ancora, trovando una cintura, ché quelle sì, è più facile, anche se la gente si limita alle corde e agli elastici, ché le cinture, si sa, non sono mai del tutto giuste, per i pensieri nostri. E pensi che di cinture te ne servirebbe più d'una, per i tuoi pensieri, se vuoi correre un po', e non sono poi cinture che si comprano, e magari, rifletti, apri un'anta dei ricordi, e ti rendi conto di averne già.

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Qui il post sui pensieri di gelo
Qui il post sul Salvadeat


lunedì 8 ottobre 2012

Astronauti


La pioggia si attarda
Sui vetri e sui profumi,
Il passo,
Ciondolante,
Appesantito da scarpe
Troppo pulite,
Cade in superfici di vuoto.

Siamo astronauti
La gravità intorno
Fatta di bicchieri e ghignate,
Di silenzi profondissimi,
Di un letto, un libro, un sospiro.

La bandiera, ci sovviene,
L'abbiamo dimenticata:
Un'auto
Parcheggiata allo stadio 
Delle perplessità.



 

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