lunedì 31 dicembre 2018

Corìn fantate!


Corìn fantate!
Dispetenìn lis frascjis
E peçs, e danis.

***

Corriamo ragazza!
Spettiniamo le frasche
E gli abeti rossi, e quelli bianchi.


domenica 30 dicembre 2018

The Arpist




Fili
Dal cemento.
Pali distratti e non
Abbastanza tesi.
E le brezze, la pioggia, 
La nebbia, la tramontana 
Non si accorgono, non sanno suonare
Quest'arpa sterminata
Sconfinata
Che accompagna le strade
E stringe le case al petto
Senza scintille, eppur corrente
E velocissima.
E tu puttana, tu
Inquietudine
I fili non guardi nemmeno
Ché di notte
Dici
Tutto è slegato, tutto
Si annoderà.




C'è questa faccenda


C'è questa faccenda della morte.
Questa faccenda con cui ci si confida
Nelle notti lunghe.
Lei ti dice cose,
Nomi,
Perché.
Ti dice
E' morta Elisa, senza fiato, col respiro di vernice.
E' morta Gloria, fumando, e il fumo era ironia capitale
E' morto Mario, senza dirlo a nessuno, lasciando regali,
E' morto Riccardo, 
Romano,
Denis.
Tutti correndo.
E Fabio, senza prosecco e puttane.
E Bepi, da lontano, come le stelle.
E' morta Giuliana, con tutta la tenerezza di cui era infetta
E poi Luciano, e Pierluigi, e Federico,
Di cui si parla sempre a sproposito.
E Maurizio? E' vivo?
E Duilio?
E tutti quelli che ora non ricordo, 
E non ricordano.
Loro? Come sono?
Perché c'è ancora questa faccenda della morte,
Che dirama dai corridoi
Dai cuscini, dai sedili,
Dal riassunto di una flebo,
Dall'eterno sgocciolare dei giorni.


giovedì 27 dicembre 2018

I puntini che non dovevamo


Quello che ci lasciano
Le giornate di festa, d'ozio
Sono una macchia d'acqua
                            [d'acqua? Chissà...
Caduta sul foglio
Disegnato, ma appena fuori 
Dal segno, il nostro segno
                            [lasciato? A chi?
Che fare?
A quale divinità regalare una bestemmia?
Il Rammarico o il Sollievo?
Sono così i giorni incominciati
L'afrore delle nostre buone intenzioni
Arrivate di corsa, il sudore negli occhi
                            [Ansimando, ardite, ardendo.
Noi ci lasciamo distrarre dalle "i"
Improvvisamente numerose, e senza puntini
E mentre li mettiamo, qualcuno lo dimentichiamo
Noi dimentici di quello che.
                             [Dovevamo.


martedì 25 dicembre 2018

xmas tree


Allora?
Cos'è questo Natale?
Dove lo avete messo?
Lo vedo, occhieggiare dalla tasca:
E' una busta, un intruglio di auguri,
Oppure lo avete chiuso
A soffocare in una scatola
Di cartoncino glitterato?
E' lui che bussa?
Di quale canzone batte il tempo?
Cosa vi chiede?
Da quanto non ne mandate una
A memoria?
Da quanto non vi sbucciate un ginocchio
Per un salto imprudente?
Da quanto avete smesso di correre
Senza motivo?
O di aprire le braccia e girare a raccogliere
sole vento pioggia?
E' là, forse, nascosto in tutte quelle occhiate
Altrui?
Quella vergogna vana e sterile,
Annidata nelle bottiglie piene, regalate,
O in quelle vuote, riciclate?
Ha la faccia ossuta, Natale, gli occhi tatuati
E la bocca ancora
Da tagliare, il naso
Da bucare.
Vi offre
A mano tesa
Sul palmo gelato
Coltello e cacciavite.
Le vostre mani calde, strofinate, 
Non mancheranno 
E non mancheranno
La presa.


lunedì 24 dicembre 2018

Vetrerie


Dicono che serva il bianco
Un bianco sconfinato, di un intero foglio;
Un bianco di neve
O matematico, d'insieme vuoto,
O d'occhio di bimbo,
Spalancato quanto la vocale
Che lo chiude.

Dicono così. L'ho sentito dire, a voce alta.
Io invece zoppico e mi appoggio ai quadretti
E all'angolo mi rinchiude una scritta
Un nome,
Quantità, misura, lunghezza,
Altezza,
Descrizione.
"Vetreria F.lli Antonazzi".
Rima pazzi, suona pezzi.
E vi trovo abbastanza poesia da vederci
Un pertugio
Che porta al libro che mi sta di fronte.
Leggere un verso, piegare il dito
Sulla pagina piegata,
Mescere l'errore con la cernita, l'alea
Con la dissezione del tempo.
"Vetreria"
Mi basta e ogni cosa
E' contenuta.



martedì 18 dicembre 2018

Sei tu, eri tu, sei tu


Di tutte le strade, tu
Hai scelto questa.
Il tacco secco, sul marciapiede gelato,
Un colpo di tosse
L'attesa di un campanello
Che non è suonato.

Era bello scegliere la cena,
Porgere un fiore al piatto,
O al tovagliolo.

Inventare un dono
Farne sorpresa, abbraccio, rifugio, anfratto.
Dare un senso altissimo e introvabile
Al fare l'amore. 

Sei tu, eri tu, sei tu,
Che non portavi il tacco, il reggiseno,
Non portavi l'imbrunire,
Né il sereno.

Ed erano belle le scomodità
Del bagno, del futuro, del divano,
Erano belle le tue spalle
Sul petto mio capiente.
I capelli raccolti in fretta,
La colazione pronta, la notte perfetta.

Eri bella tu,
Come nessuno
Ti aveva fatto mai.

Che seno meraviglioso, che hai, dicevo, che bella
Che sei.
Del dopo non so e nemmeno tu ormai
Saprai.


mercoledì 12 dicembre 2018

Rubo rose


Rubo una rosa al giorno, a volte
La strappo malamente, altre
Ho le forbici, oppure
Sono quelle cresciute male
Sul lato del gambo
Che si offrono
Timidamente
E spezzano il silenzio di un crac festoso.

Rubo rose ogni giorno, a volte
Seccano in macchina, altre
Accompagnano fradicie 
Un tergicristallo, oppure
Finiscono senza spine
Tra le mani di sconosciuti
Senza spine
O alla fine, sopra una tastiera sporca
Per il  mio tavolo assetato.



L'inverno dei giorni


Porge rannicchiato il dorso
Delle mani
Incrociate in viso
Il sole timoroso di dicembre.

Noi non lo abbiamo guardato
Veramente
Incatenati alla cornice di buio.
Siamo colpevoli
Condannati
Savi.

Sul braciere di un tramonto, in nuce
Cuciamo orizzonti immaginati.
Siamo questi?
Sono questi i tagli dell'abito
Indossato e già liso?

Non c'è scheggia, o brama, o guizzo
O minutaglia
Di bene 
O male
A popolare le vie del nostro dare.
Dorme scriteriato un gatto
Sui cuscini schiacciati:
Il fiammifero non attecchisce,
La scintilla scontra la goccia 
E tace.

Andiamo via, così, in nessun luogo.
Nessun luogo
Che meriti attenzione.


venerdì 7 dicembre 2018

S068



S068
Accettazione e pagamenti.
P090 S070
Letti e riletti e riletti e riletti.
Ortottica si bea del suo mistero.

E ancora S090 P072
Mi portano in Giappone
Tra nigiri e uromaki
Ricordo Midori
In un sogno di Murakami
Che si faceva abbracciare da un orso
Per noi bambini sempre bruno.
E il Tanuki?
Agita lo scroto ancor oggi
Dalle verande e dalle ghignate.

Non so se bruciare questo scranno di carta
D'attesa
Di ore
Ravvivare il ciocco
Divampare il tutolo
Dare il benvenuto e l'addio
Alla pasta, all'acqua per lavarne il piatto.

S068
Utenti in coda: 09
5 dicembre 2018
09:34
Un chiodo piantato
Un quadro di un quando sopra un dove
Sopra un come, sopra un purtroppo.

I sassolini delle giornate
Nel vaso di terracotta
Sono marinai della promiscuità
Fate pensose
Guerrieri assediati.


martedì 4 dicembre 2018

Divisa simmetria


Cercando di dividere
Il garanza dal carminio
Il passo dallo sgambetto
Il gin tonic
Dall'acqua ragia.

Nemmeno tagliata a metà
La luna smette d'essere bersaglio.

Il fumo si siede sui comignoli
E ammira, ammirato; la tramontana
Spezza i bossi e le persiane.
Lo stormire si finge crepitio, il sonnecchiare
Oblio 
E la simmetria divide
L'ala dal suo battito,
Le occhiate curiose o
Affrante
Dalle insane.





martedì 27 novembre 2018

Conditi dal sonno


Abbiamo mangiato abbracci
Conditi da tantissimo sonno.

E c'era sempre della dolcezza
Nelle braccia anchilosate
Del risveglio;
Della mancanza
Negli occhi ancora arresi
Alla marmellata dormiente
Sul pane abbrustolito.

Restavano sotto le coperte
I sogni dimenticati
A tenere al caldo il ritorno, a tenere
Le porte aperte.
.




giovedì 22 novembre 2018

Lombrichi


Lombrichi
Le giornate asfalto bagnato:
Uno stelo
Sbatacchiato e offeso,
Una foglia sprimacciata
Dall'alito di novembre.

Ostacoli che hanno raccolto l'odio,
La bestemmia, la brama.

Non la cornacchia, non il merlo
Assisi sul ramo spoglio;
Non l'automobile spietata, non la suola del corridore
Si accostano allo strisciare muto.

Ghermiti.
Uno a uno a uno a uno
Sotto l'occhiolino dei lampioni
E la scia
S'allunga e misura la lontananza 
Dal bordo che porta al bordo.

Tutto tace nello sciacquare
Dai bordi ai fossi
Dove le ragnatele sono cattedrali e le zampe
Ali.



Luna nel bicchiere


Luna nel bicchiere
Guerriera disarmata
Brama castagne.


lunedì 12 novembre 2018

Crisantemi


L'ultima cosa
Che mi restava di te
Era una birra.

L'ho bevuta.

E il rutto ha rimescolato il ricordo
                             [sapeva di mela 
E questo disco dei Low
Non lo ascolteremo assieme alla luna
                             [muta
Né il waltz di Thom
Né il Jazz di Neneh.

Dove ti sei lasciato cadere
Armato di ali e di anticaglie?

Suona, telefono, suona
Eco dirimpetto al foglio.
Attitudine
All'entropia domata e domatore
Di qualcuno d'altri.

Qui
Piove nebbia.

Schiacciate dall'umidità le foglie
Non scricchiolano più.
Una bolgia di riverberi
Festante
Si è coricata assieme
Alle luci della strada

Mattina di novembre.

Il vaso sul tavolo desta
La gratitudine per la madre,
Per la bellezza scorta
Nelle chincaglierie.

Crisantemi esplosi dagli orti
In tutto ciò che non è inverno
Ma ne mostra le mani,
Il respiro
Desiderato.





lunedì 8 ottobre 2018

Autunno è così


Non ti manderò
Più poesie, haiku
Forse parole.

Foglie cadute
Impertinenti sfidano
Le nostre suole.

Autunno è così:
Diradarsi di spazi
Tacer di viole.


domenica 7 ottobre 2018

Sei pioggia


Sei pioggia
Stille di luce, fresco, bizzarrie.
Come conservarti
Rinchiuso
Nel cerchio del secchio?
Marciresti
E asciughi presto
Dagli abiti leggeri
E dai tradimenti.

Sei quello evitato
Quello non scelto
Guardato
Pensato
Temuto soprattutto
Ricordato.

Sei pioggia
Instabile
Di te non sai, non so
Quando verrai, tornerai
Ma ogni volta sei 
Scroscio, imprevisto
Melodia
E dopo di te
Colori nuovi, rinnovati.

E cinguettare, profumare
Dubitare eppure
Non scelto,
Non lottato,
Non richiesto
Silenzioso te ne vai.
L'asfalto bagnato
Disegna una teoria 
Di memorie

E tutto è già stato 
Detto e taciuto.


giovedì 4 ottobre 2018

Cose, Scatole



Una cosa
Un luogo
Il corpo
Musica
Parole
Pane caldo
Una piazza
Un bacio
Latte
Nesquik
Marmellata
Un fiore
Kendrick
Il divano

Un luogo
Il corpo
Una cosa
Musica
E parole
Sterpo
Campagna 
Doro 
Luna 
Bibione
I baci
La pioggia
Gemona
L'elastico
Le zucchine

Il corpo
Parole
Musica
Un luogo
Una cosa
Lingua
Fragole
Sesso
Vino
Sampha
Grecale
Motta
Trieste
Lignano

Parole 
Musica
Una cosa
Un corpo
Un luogo
Poesia
Tergicristallo
Blake
Cappello
Tavan
Prosecco 
Mare
Buio
Conchiglie

Musica
Luoghi
Parole
Cose
Il corpo
Tavolo
Tette
Tenda
Tremore
Radiohead
National

Luoghi
Corpi
Musiche
Parole
Le cose
Pippi
Haiku
Sarmede
L'ortensia
Gli abbracci
Le ombre
I capelli
Il bosco
Le rose

Le cose
Una scatola
I luoghi
Un ricordo
Il corpo
Memoria
Musica
Silenzio
Parole
L'invisibilità.



Sul pentagramma


Sul pentagramma 
D'azzurri, la cicogna
Intona un "mi"


domenica 30 settembre 2018

Non è notte questa notte


Non è notte questa notte
Dove vi guardo sulla porta di casa
Sbadigliare i fanali e andare
A dormire.

Con le mani asciutte
E l'abito stazzonato
Inadatto a piegare il colletto
Per incidere nell'iride
L'imperfetto cerchio lunare.

Non è notte
Ancora su questa tazzina
Vuota di caffè,
Su questo nudo 
Di Schiele infilato in un
Cappello.

Non è così nei miei capelli
Lunghi abbastanza per intrecciare
Stille di buio
Sul buio
Che muove via i riflessi.

Low...
Nome, timbro, armonia, canzone
Mischiano l'aria
Siglano
Un accenno di perfezione.

Inarrivabile
Dolcezza esaudita, tu
Hai profumato un sudario
Per sigillare un sepolcro, io
Non sciolgo le mani nel ricordo
Né supplico
Ritorni.

Ma non è notte, questa notte
Non è disarmata,
Ogni bellezza
Sarà saluto
Truppe argentate accerchiano
L'assedio del sonno.


lunedì 24 settembre 2018

Le rose finiscono


Le rose finiscono
Mettono la coda, gli occhiali
E si accontentano di un viottolo.
Non ospitano il grillo
O la vespa, la ragnatela.
Non accartocciano le braccia
A ombreggiare di luna
Il corpo.

Le rose perdono il coraggio
Quando nessuno più
Né ruba l'agonia
Staccando dalle mani 
                            [ferite
Una teoria di spine,
Un fruscio di foglie
Una linfa che ristagna
Dell'inattendibilità di un dono.

Le rose finiscono
[per tornare
Dalla terra stremata
Di caldo e pioggia.
Non portano che vile,
Stremato, inaccessibile,
Delizioso inganno.
Ogni meraviglia è pronunciata,
Ogni asprezza
Taciuta.





domenica 23 settembre 2018

I guardiani alla lavagna


Le lettere si sdoppiano
Sulla lavagna
Dei maestri.

Unico resta il significato

Solo
Il non compreso
Gratta le muffe dagli angoli
E poi va, camminando via.

E questa pantomima sociale
Frange il muso
Agghindato di menzogne
Contro i guardiani di sempre:
Il tempo,
La solitudine,
La mediocrità.


martedì 18 settembre 2018

Un impero in un piatto


Costruire un impero in un piatto
Mangiarlo.
Sorseggiare oceani che ospitano civiltà perdute
Impararne la lingua
Gli accenti
Le perplessità.
Nei cortili sognati
Scemano le ombre
Le lucciole
Divampano
Fili di riverbero si fanno
I peli dei bruchi,
Un codice il loro
Piegarsi alla brezza.
Diviso il tacchino con una gatta
Rilassa
Il vuoto tra i pieni di luna.


lunedì 17 settembre 2018

Frutti di stagione


Ti ho lasciato un fiore
Sul tovagliolo,
Una ruga in faccia
A sguazzare e sorridere.

Ti ho lasciato oggetti,
Riflessioni,
Predicati.
Tanti aghi, carezze, caramelle
Dentro a canzoni con non potrai mai più
Ascoltare con le orecchie
Tue soltanto.

Mi sono fatto da parte
Come fanno i fiumi
Riluttanti
Vivi
Con sciabordio che è silenzio
E lingua;
Che so parlare di nuovo
Che parla a chi la parla.

Tutto ciò che giace
Nel letto del condannato
Giace per sempre,
Ciò che divampa
Spegnerà.

L'ape e la sua puntura,
Le stelle tiepide di grilli,
Il tintinnio offerto ai pipistrelli,
Sono frutti di stagione:
Saranno rari
Si faranno costosi
Poi
Non saranno più
O saranno altrove.



 

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