domenica 29 aprile 2012

Quei figli di puttana

Fermateli, quei figli di puttana.

Si nascondono sugli alberi,
In un cerchione infangato,
Negli incroci inopportuni,
Uragani minacciosi.

E dietro uno piccolo
Ne spunta uno grande.

Fermateli,
Perché hanno fame,
Consumano,
Stordiscono,
Dilagano,
Ricoprono del velo
Della conquista.

Hanno denti
Da far rabbrividire,
Conoscono lingue
Che fanno inghiottire
Il fiato,
Vergano le parole
Che aprono al conflitto.

E allora fermateli,
Quei bastardi,
Fermate quei baci,
Che c'è chi,
Spada o sorriso,
Non ci riesce mai.




giovedì 26 aprile 2012

Pipì, giornale, tastiera, caffè

La pioggia è lieve, ma
Su
C'è un mare di cotone grigio e zuppo.
Uniamo i puntini:
pipì, giornale, tastiera, caffè.
Passi e petali nelle scarpe del cuore,
Un paracadute
Stropicciato nella tasca davanti
E un gatto
Gigante sul letto: 
Il pelo cremoso,
Le fusa una melodia
Di respiri e le vibrisse - Un arco di pensieri
Sottilissimi - 
Già sfiorano la sera.


martedì 24 aprile 2012

Dal dorso

Vivo in castelli di carte.

Inchiodati con ferro
Lucido
I cuori alle picche;
Bucati al centro
I quadri;
I fiori
Colti dalle spine.

E i jolly danzano
Come fantasmi,
A disagio,
Agghindati di lenzuola
E il tintinnio delle catene
A legare le scale.

Ma tu,
Regina,
Sei fuoco dalle lingue
Dolci,
Mano vincente,
Un mazzo da mescolare
E carezze
Da disporre per separare
Il viso dal dorso.



lunedì 23 aprile 2012

Fatua

Sei di più.
Più della pece
Dolce
Che ti hanno dipinto
Sui quadri del cuore.

Sei più di una vertigine
Spremuta da un bicchiere;
Di una corda
Tesa
Tra due prigioni,
Di un ricamo sottilissimo
Tra le ciglia.

Nel naufragio dell'appartenenza,
Non si contano le isole:
Il mare aperto
Non può mai
Essere rinchiuso.


domenica 22 aprile 2012

Verde, il picchio

Verde, il picchio,
Seno sorpreso in aria,
Mostra il culo.


sabato 21 aprile 2012

Piccole cose splendide, intorno.

Pensavo, ieri sera, di fronte a una distesa d'erba medica, munita di soffioni e un po' di pioggerella, appena dopo corso, in mezzo a campi che non conosco, fuori Sant Andrât, scelti a cazzo tanto per, mentre prima di toglier le cuffie ascoltavo Aerials, dei Soad, degna chiusura della corsa e del disco, e bevevo quell'integratore blu, tanto per bere qualcosa, con il culo sul parafango e niente fiatone, carezzandomi però questo quadricipide a cui chiedo di tornare come prima anche se non potrà più, ecco, pensavo alla pace, quella che tanti chiamano quiete, altri forse felicità, e io non la chiamo proprio, ché le cose che non hanno nome non vanno chiamate mai.
Pensavo che io avevo appena corso con un papavero in mano, piano, per non rovinarlo, ché un papavero ad aprile io non l'avevo mai visto, e se così era non lo ricordavo, e pensavo che ho fatto bene a coglierlo, in mezzo a tutti quei boccioli chiusi e pelosi, e a non esprimere desideri, ché tanto le cose che desideri ho imparato a cercarmele e trovarle, se vengono, e desiderare altro, e tanto, per quello che non verrà, e mentre ero preso in mezzo, quindi, tra un compleanno nipotesco - a farmi riflettere sul futuro che dovrei, sul presento che scelgo - e una visita a mio zio, per vedere le oche, sì, piccole oche covate da una gallina, mulatta, mista a un fagiano, per altro, vecchio ricordo di una sconosciuta che chiamavo zia, un tempo, che mi ha regalato fantasia e anticorpi lasciandomi inselvatichire per i campi, per i cortili, a rotolarmi tra capre cani e gatti, e quindi, dicevo, preso in mezzo, a queste cose, ché lo sapevo ero andato via troppo presto da una, e avrei fatto un po' tardi alla successiva, e tutto per lasciarci cadere in mezzo un'altra, che mi sono sentito di fare, ecco, lì in mezzo pensavo a trovare questi cinque, forse dieci minuti di niente, con tutte le cose in bilico, intorno.
Cose che non mi sono cercato e altre che invece sì, cose controllabili, come le danze d'occhi, ché basterebbe chiuderli e allontanare, o cose in agguato e mal nascoste, perché sanno che di lì, sarai costretto a passare, come le malattie, le morti, il tempo che lasci e hai lasciato libero, senza guinzagli.
Mica come la gente per bene, la gente dei figli, delle verità, del futuro, della moderazione, del buon senso... tutte cose che non ho, e forse mentendo, credo di non volere. 
E allora ecco che tornando, in macchina, con quel primo papavero sul cruscotto - quanto sono delicati, i papaveri? - nel giro di poco, ho visto un picchio, il culo giallo a disegnare seni in aria, ho visto un gatto sfiorato dal muso dell'auto, il muso suo, grigio, incosciente, bellissimo, ho visto soprattutto una nonna, in punta di piedi, sul nipote sul motorino - sì certo, oggi si chiama scooter - ad accomodargli la sciarpa, e lui, ed è questo che mi ha fatto chiudere il cerchio, lui senza vergogna, (così diffusa, adesso) a chinare il capo per una sciarpa che sì, era chiaro, si sarebbe tolta dopo pochi metri. E così, insomma, mi sono sentito bene, in quiete, pace, felicità, pur circondato da questi palazzi altissimi che so di saper fare e so che dovranno crollare, ma cosciente ancora di saper godere e salvare, queste piccole cose splendide, intorno.



venerdì 20 aprile 2012

Finte pannocchie

Finte pannocchie:
Un rosario violetto
Rassoda l'uovo.


giovedì 19 aprile 2012

Vento e soffioni

Vento e soffioni.
Silente il luppolo
Muta la gemma.


mercoledì 18 aprile 2012

Petali candidi

Petali candidi.
Le spine di domani
Tenere ridono.


martedì 17 aprile 2012

Sfrigolii

Oh, sì,
Ti brucerò il cuore, il fegato, i polmoni,
Gli anelli portati
Alle dita, incandescente
Sfrigolerà la carne sui chiodi
Ai piedi per farti correre via
                                 [con me.
E brucerai la pelle:
Sangue secco, arrugginito,
Sulla mano di colore
                                 [data
Grigio e muto, che mai 
Carezza è stata,
                                 [né meta
                                 [né coperta.
E bruciati i venti,
Falena stordita, sfilacciata,
Fuoco avranno i giorni,
A inventarsi qualcosa
                                [pace o vendetta
D'altro,
Che non sia il domani.


lunedì 16 aprile 2012

Pioggerellina


Pioggerellina
Lucida, nera zirla
L'unica tinta.


domenica 15 aprile 2012

Furti di mattina

La mattina ha il broncio:
Pelle grigia e in mano
Una coppa di cristallo
Traboccante nuvolaglia e sogni
Umidi.

Al castello, l'ha rubata,
Di un Re altero e bello,
Fatto di cenere e sputo e foglie secche,
Ma gonfiato di millanterie.

Per un sol bacio,
L'ha aiutata
Il costruttore d'ombre
E di rugiada.


sabato 14 aprile 2012

Angoli del letto


Svegli,
In uno o nell'altro,
Angolo di letto,
A dire che non fa differenza,
Che non è una moneta
Uscita dalle nostre tasche.

I vestiti vuoti
Si aggrappano ostinati
Alla sedia:
Vicino,
Un bicchiere sporco e fogli
Di creta bianca, 
Impolverati.

Li sfioriamo
Per prendere il cellulare,
Gli occhiali,
Un libro con sempre meno pagine
Bianche,
Che non abbiamo mai voglia
Di cominciare.


venerdì 13 aprile 2012

Colpite lievi

Colpite lievi,
Petali di glicine,
Un capo chino.


giovedì 12 aprile 2012

Non piove più

Non piove più.

I rami mordono il cielo buio
Sulle ciglia folte di strade sbagliate.

I fari alti, una vecchia canzone dei Placebo,
La ghiaia gentile sotto i parafanghi e un mucchietto
Di baci, nascosto,
A gonfiare le guance.

Non piove e le nuvole non badano
Più a noi:
A forma di sirena o vergogna si rincorrono placide,
Una mano soltanto, levata,
A salutarci da lontano,
O forse,
Così ci sembra.


martedì 10 aprile 2012

Siamo mantelli

Siamo mantelli,
Grigi o marroni,
Fuori stagione,
Piegati dai venti
O dai tradimenti.

Stremati da ciò
Che non è venuto
Bene,
Da ciò
Che abbiamo cresciuto
Ed è tornato
Via.

Desueti,
Superficiali,
Fuori moda
Siamo cappelli
Senza testa
Agganciati ai mattoni
Sporgenti
Di un muro che bestemmiamo,
Convinti tuttavia,
Di non averlo costruito
Noi.


domenica 8 aprile 2012

Cornacchie placide

Cornacchie placide:
Un germoglio nel becco,
Sacrificato


venerdì 6 aprile 2012

S'ignora

Sei veloce, 
Imperante,
Beffa dei vezzi e 
Vezzo dei vivi.
Menestrello di silenzi bui,
Jolly per mani perdenti,
Vincenti le tue radici ossute.
La brama ti manca
Come ti manca la pena.
Sul tuo collo collane
Di preghiere e maledizioni,
Ma sei muta,
Cieca, 
Sorda,
Matta.
Senza vento, boria o verità.


giovedì 5 aprile 2012

Rovina


Mi resti sulle dita,
Spegni le mani,
Sei una dozzina di riflessi
In un centinaio di riflessioni,
Di zucchero e di veleno.

Mi diradi,
Soffi via,
Respiri dentro,
Sfuggi accanto.

Difendi le nuvole dai temporali,
La nebbia dai fanali,
Il fuoco dalla cenere.

Sei una rima tra due silenzi,
Un chiasso infinito,
Nella pace e nei sensi.


domenica 1 aprile 2012

Occhi gioielli, gemelli

Ci sono i pesci
Sulle schiene,
Fra le righe,
Sui giornali.

I pesci linguacciuti,
Che nuotano in aria
Lontano da cimiteri e ospedali,
Da mani a coppa sgocciolanti fantasia,
Eleganza, sorrisi muti.

Ci sono i pesci nelle mie pentole,
Sventrati,
Le code lunghe a riempire le stanze,
Gli occhi gioielli,
Gemelli,
Uno di lato e uno 
Scomparso,
Volato via, ramingo,
A fare il Sole
Per Universi di piccoli coglioni,
Che non hanno più l'età,
Né l'hanno mai avuta.



 

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