mercoledì 30 luglio 2014

Note, nei denti


Piove tanto. 

Come da piccolino, immagino i tergicristalli 
Uno dispettoso e uno iracondo. 
Ne osservo il rincorrersi. 

Sopra, tanti strati di grigio, 
La lamiera suona bene, 
Carica, intonata. 

Mezzo nudo mi fermo a Teor, 
A bere in una fontana di sorgiva, 
Sotto un glicine, senza spegnere l'autoradio. 

Choke suona altissima, 
Un nido di rughe si affaccia curioso, 
Ci salutiamo. 

Nei denti che non ha, 
Tutte le note che mi mancano.


martedì 29 luglio 2014

Terra cattiva


Gli accenti sono vagabondi, gli ordigni suicidi.
Certi alberi si spartiscono il cielo come una terra cattiva.

I bambini e i gatti non hanno il colore della simpatia,
Sono più sul grigio, sul crema.

Sull'orlo di una lentiggine ci sono crepacci e orridi
Per gli occhi meno allenati al volo.

Le cose belle stanno in mezzo al mare
Lontano
E sono zanzare o farfalle:
Le accomuna il non avere speranza.

Da sdraiati le costole si aprono come un ventaglio
Il cuore si dilata, si scioglie, 
Annega le viscere e banchetta coi sogni.

Da sdraiati anche gli aquiloni
Ci mostrano le capriole.

Ai semafori e ai funerali
Compaiono spettri da ignorare.


domenica 27 luglio 2014

le rughe nelle angurie

Mi alzo presto, ma non è presto davvero,
è solo domenica ed è come se.

Il pompelmo rosa è migliore del suo succo,
Il caffè in giardino è migliore del suo profumo in casa.

Le tartarughe son ghiotte di anguria e melone
Io non so scegliere mai,
mi governa l'indifferenza,
Ma alla fine preferisco chi è più capace d'arrossire
e ha meno rughe.

Non piove oggi.
Strappo l'erba con le mani e libero strade per formiche 
E coleotteri,
Separo Kappa e Garappa dal loro nemico più vecchio e grande
Ma loro continuano ad arrampicarsi
Spingendo in cerca di morsi e fughe.
Mi raddrizzo,
Ho ancora qualche crosta sulle ginocchia e la terra
e l'erba bagnata si attaccano con avidità
Non siam forse tutti così, quassù?



mercoledì 23 luglio 2014

Brutte figure risate

Sono stato a raccogliere le more,
Sotto la pioggia e sotto 
Un cielo di fumo avanzato 
Da una giornata caldissima. 

Potevo pisciare senza mani 
Davanti al mais superbo 
E molto più alto di me. 

Non c'era nessuno, 
Nemmeno zanzare e tafani. 

Mi sono saziato ricordando 
Il rosso e il nero: bagnati e brillanti, 
Sono tra i pochi colori 
Che ti infilano in tasca e corrono 
Via, 
Senza chiederti niente, 
Togliendoti chili e centimetri, e regalandoli, 
All'intorno di un tempo
In cui le ginocchia erano sbucciate, 
E le brutte figure, 
Risate.


giovedì 17 luglio 2014

Non è destino, a volte

Ogni tanto uno ci prova. Decide di viversi meglio un giorno, che se lo merita.
Oggi volevo andare al mare, a correre, finito di lavorare, la sera. Al mio mare, non quello surrogato, lontano, che è senza ricordi e senza dolori. Il mare del delfino addosso, del pezzo di cuore messo sul cemento del frangiflutti, delle solitarie giornate piene di righe. Del bagno nudo, della gaytudine, dei granchi cucinati e di tanto che è là, lontano, sepolto, ugualmente doloroso. Oggi ci ho provato, a smettere di precipitare per una sera. Significava farsi la cena, di insalata e pomodori e mais e tonno e peperoni e carote e cetrioli. metterla nello zaino frigo, con le pesche e da bere, per il dopo corso. E bisogna ricordarsi tante cose. Di mettersi il costume, di prendere le scarpe i calzini la fascia i ciclisti i pantaloni e maglietta e l'ipod e che sia carico e il cosetto per mettere telefono e chiave dell'auto e insomma... mi sono ricordato.
Mi sono dimenticato il limone e altro per condire, ma no, oggi non non mi sarei fatto scoraggiare. E allora con quei quattro spicci che ho nel portafoglio me lo sono andato a comprare, qualcosa per condire, il limone, e il sale, e quel che è. Perché no, uno vuole tornare sé, farsi una corsa vicino al mare, sudare, farsi il bagno, e poi cenare, sì, con la schifosa insalata e il culo sulla risacca. Non serve tanto.
Poi ho perso la lente a contatto. Non so come, sulla sabbia. Erano nuove.
E per me perderne una significano soldi, e restare mezzi ciechi, fastidiosi.
Eppure, non è per quello, no. E' che quando uno ci prova e non va, capisce che è destino così, che la felicità docile è lasciata altrui, che è inutile provarci, che la sua un cane che finge di voler mordere un gatto, come Obama e Gandalf, ieri, a recitare per nessuno. Solo che la sua, sembra non fingere.
Almeno per quel giorno.


martedì 15 luglio 2014

dispettosità tartarughesche




Flash e lacrimoni

Ci doveva essere Lunagrande,
Gonfia e paciosa,
Che allungava le mani senza far mancare niente.
E invece è arrivato Neroblu
un neroblu prepotente, con un dito appuntito e un'aria minacciosa.
Brontolava, imprecava, faceva i rutti grandi
e grandi faceva le puzze, 
anche se lontane, da non puzzare mai.
Lunagrande si è offesa, ha tirato su la coperta al mento,
lasciato fuori solo le dita
E un po' di nostalgia.
Neroblu ci è rimasto male, Lunagrande non ha cambiato idea.
Se ne sono andati insieme, sottobraccio, tra flash e lacrimoni.


giovedì 10 luglio 2014

Unghie per giardini


Ci sono ingredienti misteriosi, insospettabili.
Non so per la ricetta di cosa.
So che tagliarsi le unghie ha un senso diverso
più piccolo e sterile
se non hai un giardino, un accappatoio comodo, 
dei cani che credono tu gli stia dando del cibo
e scioccamente annusano il nulla, 
caduto nell'erba, 
rialzando il capo speranzosi.

Mi piace immaginare,
in giornate come oggi,
le nuvole della pioggia che si vestono da cornice
ogni volta che possono
trattengono gli scrosci
per mettersi in posa
e il respiro,
per l'effimera vanità di magrezza
che abbiamo tutti noi.

Riempire meno spazio,
in questo mondo già tanto bello
senza di noi.


mercoledì 9 luglio 2014

per molta notte



Ha piovuto per molta notte.
Mi sono dimenticato la tegola pancia all'aria
e Kappa e Garappa sono rimaste fuori
in mezzo all'erba
fradicie e rincagnate nel loro guscio.
Avevano altre tegole, più piccole, ma non le hanno volute.
Perché accontentarsi?

Ho fatto colazione sul tavolo bagnato,
e sporco,
senza sedermi.
Spezzavo il pane vecchio, 
la marmellata di pesca la raccoglievo con fatica,
da un barattolo dal fondo troppo tondo
con un coltello a punta.
Leccandolo mi tagliavo un po' la lingua,
ogni volta.
Obama aspettava le briciole,
ma non le mangiava.






lunedì 7 luglio 2014

Chi ci sarà là sotto?










 

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