martedì 19 febbraio 2019

Con la precisione dello scrivano


Provo a ricordare, stasera
Con la luna smussata e lisa
Dal crescere nel suo pieno, sopra la piazza.
Provo con qualche volto, nel gesto, 
Nella ruga della battuta, o nel frusto
Senso del linguaggio quotidiano.
Fissare alcune frasi con la precisione dello scrivano
A fine giornata
Puntine colorate sulla tenerezza del sughero
Di questa lavagna vissuta
Per una manciata d'ore, in una domenica di febbraio.
Su nessuna ho dalla mia l'inesorabilità
Della perfezione:
"Vado a pagare", hai detto?
O era un semplice "Pago io"?
Quanto poco ascoltiamo.
Decliniamo le parentesi di silenzio
In favore del brusio,
Del contorno scosso del bagolaro
Dagli schiaffi della tramontana:
Lui, come tutto ciò che è pronunciato
Svapora nell'azzurro o nel ciano
di un imbrunire amaro.



lunedì 11 febbraio 2019

Il libro cominciato


Leggo a voce alta il libro 
Che mi regalasti:
Impastate 
Queste grandi lettere dal rum
E James Blake si lamenta
Dei suoi amori perduti
In un modo bellissimo.

Il fuoco non ne vuole sapere
Di scoppiettare nel giusto modo
E dal frigo manca una birra:
Ladro mio padre.

Nel silenzio delle case disabitate
Pochi servitori e molti padroni
E il compendio delle ombre
S'accascia al suolo strusciandosi
Sulla luce finta e puttana della porta.

E ora di dormire
Aprire le costole
Mettere il cuore in una scatola
Di plastica
Sul davanzale del bagno
Vicino alle lenti a contatto
E a un libro cominciato.


sabato 9 febbraio 2019

Consonante poesia


La prima consonante non è
Una scelta,
Un cammino confidato;
Non è il ramo da cui pende
Il fazzoletto smarrito.
Misura l'ardire del verso
Il vagito glauco del pensiero
L'ascolto ritorna, insiste
Soggioga l'emozione e
Ogni parola aggiunta è
Epifania taciuta.
Sottraendo
S'allunga il guinzaglio
Ai giorni.
Come sottrae stelle la luna, come
Dileggia fantasia l'abbaglio, come
Disarma gravità fortuna.
Tu, poesia, tu ancella rimani
Sottrai peso e noia e consonanti
Alle parole inadatte
Restituisci spazio alla carta, alla penna
Ridai tensione.
E perdonami se verso in te emozione
Se scavo magrezza
Hai cominciato tu, consolante,
Per l'eternamente 
Rifiutato invito.


giovedì 7 febbraio 2019

Castelli


Era meglio averti
Aspettarti
Portarti i dischi nuovi, leggerti
I vecchi libri e le poesie
Di chi dura in grazia verso a verso
E melodia nella tasca, tentoni.
Le mie piuttosto, non so
Non ho provato mai, ma era
Meglio averti:
Carezza da sciogliere in viso
Come un'abbazia nel bosco
Il sorriso.
Non siamo qui per restare
Ma abbiamo rifiutato 
E dimenticato castelli
Costruiti per noi dalla sabbia
Dall'aria e dalle ombre.
Superbi e boriosi, noi, 
Come potessimo trovare
Superbe e boriose vastità
Allo schioccare delle dita
E invece no.




 

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