martedì 31 dicembre 2013

Vendute le foglie

E a quest'ultimo giorno 
Ho avuto il fegato di strappare il cuore: 
Batteva vicino all'alba, 
Al gallo che canta sempre 
La sua canzone, 
Agli alberi che del gioco 
Di luci 
Han fatto prigione, 
Alle stelle sempre troppe, 
Guardate sempre troppo poco. 
Batte ancora, 
Adesso, 
Dietro la gabbia di costole lontane, 
Che han venduto le foglie
Al gelo, 
Per lasciarcelo godere intero, 
Il sole che rimane.


domenica 29 dicembre 2013

La strada striscia

La strada striscia
Diverse direzioni e
Alberi nudi.


Patti


Si para davanti, pari e patto,
petto in fuori e aspetta patti fra putti
che non gli spettano.
Poi spiattella la patta
o schietto schiatta ma non scotta.
Scatta, piuttosto, spettinato e sfatto,
Senza piatti
i dispetti aspettano.


venerdì 27 dicembre 2013

Note col becco

Note col becco
Gracchian ai campi brulli
Dallo spartito.


mercoledì 25 dicembre 2013

Abbiam Natale

Aperta la bisaccia, 
Allineato il bagaglio, 
Sospiriamo arditi.

Abbiamo  frutta e neve, entrambe assetate, 
Memorie sazie, 
Alberi senza radice alcuna.

Abbiamo piccole statue senza un posto fisso, 
Luci rampicanti, 
Vampiri ciechi dietro al crocefisso.

E nei biglietti comprati alle parole, 
Per destinazioni sconosciute,
Abbiamo mentito, 
Come si conviene, 
Alle menzogne mute.


martedì 24 dicembre 2013

Occhi di panettone

Il mio panettone si fa crescere gli occhi, 
Datteri conficcati nella arance, 
Vigila, 
Sentinella della vacuità, 
Sulle lettere e sui regali, 
Sulle luci e sugli scampanellii. 

Li ha fatti entrare tutti, 
A tutti ha concesso udienza. 

Io per vendetta 
Gli ho mangiato le pupille, 
Sputato i noccioli nel focolare. 
Gli ho mangiato i piedi, le costole, il cuore, 
Spalmato di cioccolato o miele, 
Caldo e pulsante, 
Come una scintillante bugia d'auguri!



Sul filo, muti

Sul filo, muti,
Becchi chiusi. Aspettano
Vesti sottili.


lunedì 23 dicembre 2013

Unicorni nella nebbia

L'umidità indossa i panni della nebbia,
Di nascosto,
S'infila nelle tasche strade e campi,
Cammina via,
Non saluta nessuno.
 
Dalle poche foglie tenaci,
Lacrima, 
E stringe e bacia ossequiosa,
La mano ai camini
Degli insonni.
 
Sul quadrante, si rincorrono lupi,
Gufi e galli;
Ma noi vorremmo sirene o unicorni,
Se non negli acquari e nelle stalle,
Almeno nelle menzogne,
Regalate per Natale, 
A irruenza e cecità.


domenica 22 dicembre 2013

Spettralità

Voi la chiamate nebbia.
 
Io immagino come la mano di un fantasma:
Dita distese da città a città
Unghie come ombrelli a riparare
La veglia dei dormienti,
Carezza umida che scurisce l'asfalto.

Degli spettri hai la strafottenza, 
Ma non  l'ardire di passarci 
Attraverso.
E questa mano tesa e guardinga
Si leverà domani.
Senza stringere ma,
Senza colpa alcuna.



venerdì 20 dicembre 2013

Spade e corvi

E venerdì. 
È primavera. 
Sbocciano i sorpassi, 
Germogliano le cazzate, 
Sgorgano i caffè. 

Prima di sera, 
L'esercito degli aperitivi 
Avrà varcato le mura dei locali, 
Preso d'assalto stomaci e bicchieri. 

La spada cava degli auguri 
Trafiggerà migliaia di frasi. 
Del cadavere della sincerità 
I corvi 
Si nutriranno per giorni.


mercoledì 18 dicembre 2013

Non al Sole

C'è quella palla, di nuovo,
Come il mese scorso.
 
O forse è un soldo,
Formaggio
Una mongolfiera.
 
C'è, vuole esserci, non se ne va.
 
Punge cuscini e finestre serrate 
Come uno scorpione,
Rotola lenta,
Nane e divi si scostano e ritiran le vesti,
Per non farsele calpestare.

Lei pare fermarsi,
Ora che albeggia, finge di ammiccare.
 
I galli son lesti
A mangiare la foglia,
Sanno che finge:
Non gliele cantano a torto,
Ma nemmeno a ragione.


sabato 14 dicembre 2013

Corone

Il buio ha sputato il freddo sull'erba, 
Senza rumore, né disprezzo.
Farcito il prato di gioielli le foglie
Hanno cercato una regina
Una principessa
Una nuca soffice.
Hanno trovato soltanto
Il mio occhio assonnato e un crocchiare
Lieve
Sotto lo zampettio del cane.


giovedì 5 dicembre 2013

Stelle

 
Fuori, la coda del cane batte il legno,
Le stelle congelate, una a una, si inchinano vicino agli aghi dei pini;
Sempre più di rado, il buio fugge a perdifiato dalla strada e dai cuscini.
Ho sonno e pace, per accompagnarmi nella tormenta.


mercoledì 4 dicembre 2013

Tentacoli

Sono le tre passate sì. Non è una buona notte. Nemmeno cattiva.
Però è notte e le stelle col freddo sono come vive. 
Orione mi dà le spalle, sembrava ammiccare sopra il tettuccio dell'auto, mentre andavo a buttare la bottiglia di ieri. La birra non mi sembra fresca, non fresca abbastanza. Non sono passate due ore che ho bevuto il latte con due fette di pandoro. Ho letto una cosa per ragazzi di Carlotto ambientata in argentina, desaparecidos, plaza de mayo, abuelas... sembrava una storia dentro una pagina di wikipedia. Non mi è piaciuta. Però un po' di cattiveria te la mette dentro comunque. Ho scritto una cosa di incubi, poi mi sono deciso ad alzarmi. Ho due paia di calzini. Ero partito ascoltando gli alice in chains, quelli nuovi, non quelli col morto, ora però mi è venuta voglia di jeff buckley, calling you, la cover. ora forget her,  Sono passati vent'anni da quando mi svegliavo di notte cercando una canzone di jeff. Non esisteva il tubo, non gli mp3, non avevo i cd, e comunque, non sarebbe stato sportivo. La cercavo. A volte, la trovavo. Non è cambiato niente. Solo una cosa. Rai stereodue passa una trasmissione registrata, belle canzoni, per carità, ma non parla più nessuno. A volte, una canzone la costruisce una voce. Non lo so. Avete presente... prendete i Turin Brakes, non fanno niente di nuovo, ci sono mille gruppi e mille canzoni che avete già sentito, così, eppure servono tutti e mille. E delle mille volte che avete sentito dire space and time, la loro volta, in cui lo dicono, in questa canzone, non è di troppo. E' la solita canzone, è una bella canzone. Provate. Vi piacerà.
I freni di Torino, il nome è già una favola. So di possederne un cd, poi, come tutte le cose della vita, le ho perse di vista. Funziona così. Non dimentico, ma perdo di vista.
Pensavo anche, che quei secondi risparmiati da youtube sono una benedizione. Prima di ogni video, aspetto quella scritta, quei cinque quattro tre due uno che mi permette di schiacciare salta annuncio e risparmiare 10 o forse solo 9 secondi di pubblicità.
Comunque.
Io non sono fatto per scrivere con la gente intorno.
Lo sa Emanuela, oggi più di ieri, e nemmeno se dorme e finge di non esistere, esiste. E io non sto dentro le mie storie quando sono dentro la mia. Così è, così son fatto.
E forse è vero, dicevo a Sara, che non dormo perché il mio corpo fatica così tanto a tener dentro le cose. Come fai a dormire, se le cose da fare ti schizzano fuori come tentacoli. Come fai... E poi, ora, stavo scrivendo questa poesia, che poi è una storia, questo incubo, Anzi, ora lo scrivo, in friulano, così aggiorno l'osteria. Datemi un secondo, un racconto in presa diretta... Ah... benedetto multitasking... :)
Ecco fatto. Scritta. E poi sì, lo so, non farà bene. Ma mi è uscita bene, io dico. E pazienza, questo è, questo sono.
Ma dov'ero rimasto, ah si, che ora son le 4, che è tardi, che adesso volevo scrivere, ma nel frattempo ho ascoltato tanto Bon Iver, e Volcano Choir. E son proprio belle canzoni. Ecco una per chi passa magari di qua, bellissima, bellissima davvero, forse la mia preferita.
E ora rivedo la mia poesia scritta sull'agenda di Noemi, con le lucertole. Bellissima, usata quasi mai, ci ho disegnato un cane coi tentacoli. Voglio bene a Noemi, anche se non la vedo mai. Non è logisticamente possibile. E allora dai, torniamo indietro. Torniamo a quella storia, non quella là, d'orrore, no. Un'altra, un'altra pescata dal passato. E per arrivare lì prima finisco la poesia.
Pensavo che Giorgia preferiva, di una passata, una versione in bozza. Eppure l'altra era stata lavorata. Erano arrivate parole. Come bramare, e per un pelo non era arrivata grembo. E grembo e bramare sono parole bellissime. Ma poi sono andato a rivedere, e c'era la parola vuoi sentire, invece di brami, e ho capito che era lì, lì in quella coppia di verbi che era stata vinta la guerra. Lì che vuoi sentire ha vinto con brami, e allora ho rispettato il vincitore. 
Ora son quasi le cinque.
Mi manca una foto, una immagine per questo pezzo di diario.
Scelgo a caso, da quelle di quest'estate, che nelle notti come questa, c'è sempre nascosto il sole.



 

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