giovedì 29 novembre 2012

Tu la conosci la pioggia, vero?

Tu la conosci la pioggia, vero? 
Ti ho vista, mentre le guardavi il culo,
che rincorreva il frusciare 
Di una bicicletta;
Avevi contato tutte le gocce, 
Scardinato le porte delle prigioni 
Attorno alle pozzanghere, 
Guardato l'asfalto
Mentre si riempiva di specchi,
Per rubare la modestia ai crepuscoli
E la pazienza alle nubi.
Ti ho vista disegnare 
Una cattedrale affollata
Nel vetro appannato di una birreria.
Avevi suonato gli scrosci,
Donato bicchieri di sete
Alle mani sporche della noia,
Avevi calpestato le magie
Con piedi di gioia 
E di beltà.


sabato 24 novembre 2012

Case, paesi

Avranno volti corrosi, ammuffiti;
Occhi scrostati, cigolanti;
La voce nascosta da una maniglia
E cammineranno sulle gambe delle sedie,
Cercando la carezza ombrosa delle fronde.

Il tepore dei muri
Si perderà in chiacchiere da nulla 
Con l'autunno
E i suoi piccoli becchi
E il fumo dei suoi comignoli,
Nasi adunchi e spigolosi.

Li abiteremo, questi visi,
Fuori e dentro dai loro sorrisi sdentati,
Come preghiere pagane
E silenziose.


venerdì 23 novembre 2012

Rotte

 
Fallimmo, 
Nel circumnavigare il cuore 
Delle tenebre e dei leoni. 

Imbarcammo valigie troppo anguste, 
per la fantasia, 
Fummo costretti a usare secchi, 
Pentole,
Bicchieri, 
Pativamo la fame e la sete, 
Non avevamo di che liberare la stiva, 
Dai topi e le sirene, 
Troie bugiarde e suscettibili, 
Latravano impunite. 

Così navigammo a vista,
La bussola adoperata come fermacarte, 
Per le lettere 
Che non avevamo il coraggio di scrivere. 

Le schiume attechivano agli oblò 
E le scacciammo a sputi.

La rotta, 
Cieca e dolente, 
Era un gigante spossato, 
Abbrutito,
Su un letto schiavo dei venti, 
E delle maree.


martedì 20 novembre 2012

Musi

Ti penso scrivendoti,
Come brezza che verga la rena, 
Con sottili, 
Sconfinate, 
Innocue serpi 
E bastioni issati
Da un pettine o una zampa
Di pellicano;
 
Come la vena,
Che strema la foglia,
Nella piega che arraffa
La melanconia di novembre.
E scrivendo ti temo
Tu che a difesa del sacro
Hai schierato il profano;
 
E temi le scale, 
I colori, 
E mal sopporti i tris, 
I jolly, 
Il profumo dei fiori e sempre, 
Alle muse, 
Preferisci i musici, 
O i brutti musi.


lunedì 19 novembre 2012

Autunnità




domenica 18 novembre 2012

Viale inalberato




mercoledì 14 novembre 2012

Stelle, guerre, grazie e grazielle

Capita che è tardi ma il sonno è sogno e si fa desiderare, e così capita che ti stupisci di quanto bella sia ancora Let me in degli Rem, infilata in quel disco che non ti soddisfece, ma capita che alla fine, nel pomeriggio, una brutta giornata poi non è stata, che come al solito le guerre si fanno sulle biciclette con una borsa della spesa con troppe bottiglie e una vodka in sconto che però non si rivela un affare, ma capita che capire di non saper fare un video dritto ma trovarlo bello anche di lato per poter scoprire che poi, il computer fa tutto lui e te lo drizza, è divertente. Come è divertente quel capolavoro del '24 che di nome fa Puh, che ti fa ridere e ridere e lo leggi facendo una pedalata ridicola, al parco, sudato, dopo corso, con il telefono da una parte e un integratore dall'altra e tua madre, davanti, che insulta le rumene e si sbraccia come uno spaventapasseri impazzito per pedalare anche lei e vivere, forse chissà, qualche anno in più sulle proprie gambe. E capita che potevi andarci in macchina, a fare la spesa, ché la graziella non è fatta per fare un paio di km, e potresti vestirti di più, ché le vecchiette no, non amano le tue gambe pelose e ancora troppo muscolose, e capita che ti guardino male anche in cassa, ché per loro fa freddo sempre anche se sono sempre al caldo e allora forse è perché non hai poi, questa gran spesa, che tra bottiglie e patatine fan trenta euro, e per fortuna che ci sono i wurstel a fingersi interessati, e interessanti, e capita che al ritorno non vedi l'ora, correndo, di metterti lì a pedalare, con due bambine già troie sulla schiena, che pure ridono, de il Poh, ma non per gli stessi motivi tuoi, e capita che poco importa se goccia un po' il cielo, ché lui goccia senza piangere mail e ti promette stelle, che adesso, là fuori, a te che di stelle ne hai abbracciate alcune, le vedi tutte e conti alcune, un due tre, poi via, sotto le coperte, dopo aver cambiato la sveglia per svegliarti prima, che poi, no, di dormire ancora no, magari chissà, un pensiero ultimo, da mandare a qualche cometa lontana, un capitolo di Poh, che è più bello di quanto te lo potevi aspettare, come i giorni passati, a saperli perdonare.
 






lunedì 12 novembre 2012

Accompagnare i marciapiedi

C'è più pioggia che bugia,
In questa sera travestita d'autunno, 
Giunta a piedi e stesasi 
Quasi subito, 
Davanti al viso caldo del nostro focolare; 
Non badiamo al suo scrosciare, 
Non badiamo ai fiumi minuscoli 
Che portano le foglie ad accompagnare i marciapiedi; 
Ciò che non ci fugge tuttavia è il livore 
Dell'asfalto e della segnaletica, 
La mano aperta del baro 
E del villano, 
I pugni chiusi dell'innocente 
E del reo; 
Ciò che non sfugge è l'indole fragrante 
Della nostra superficialità, 
Dell'imprecisione, 
Dell'orgoglio vestito malamente. 
A essi consacriamo i muri
Intrecciati a giorni

E giorni
D'immobilità.


domenica 11 novembre 2012

Motivi autunnali

Aspettavamo l'uragano, 
Vermiglio e ocra e turchese, 
Tra sterno e sterno, 
Senza assaporare le pietanze del tempo 
E della ragione. 

Ingoiati, 
Come fiumi sussurrati, 
I miracoli della galaverna e dell'imbrunire, 
Ridevamo delle ombre, 
Applaudite e poi obliate, 
Nella loro scimmiesca posa. 

E rinchiudevamo 
Con bottoni e occhiate 
E unghie e cuscini, 
I cuccioli rubati al pianto, 
Lasciati a morire di fame e sonno. 

Fuori, 
Nel fuoco fatato delle foglie, 
L'autunno fischia un motivo, 
Che stentiamo a fare nostro.


giovedì 8 novembre 2012

La mano

Vestiamo la mano di una carezza,
La mandiamo via,
Vagabonda,
A perdersi sulla schiena,
Le abbiamo riempito le tassche di un fruscio,
Che volevamo voluttuoso, 
Ma che il sollievo
Ci ha restituito caldo
E timoroso.

E con la stessa mano,
Abbiamo ingravidato le labbra
Di un sorriso,
Di un bacio,
Di uno schiudersi borioso e della pienezza
Che ha la panna nell'istante
In cui sfiora il palato.

E c'è ancora la mano, 
Con un dito, stavolta,
A scortare un palpito superbo,
Dall'ombelico fertile,
Alle forastiche
Valli del sud.


mercoledì 7 novembre 2012

L'immensa sete bambina

Nel bagaglio confuso di memorie,
Impolverate,
In attesa,
timorose,
D'esser riposte o gettate, 
Scorgiamo i luccichii.

L'acqua delle fontane, per l'immensa sete bambina;
L'incanto delle torte, la magia dei palloncini.

Un bacio insperato, un amico morto e dimenticato;
Un diario, una bicicletta, una serata orfana dei confini.

E disillusi,
Dal letto,
Sbirciamo il futuro di domani,
Che ha la valigia vuota
E le braccia
Senza mani.


martedì 6 novembre 2012

Piove novembre


C'è un vento caldissimo e una pioggia,
Che pare un teppista furioso;

I campi inzuppati si liberano delle rughe,
Le grondaie gridano i loro starnuti,
Ma hanno scordato i sonetti;

Le foglie preparano quasi tutte una valigia,
Le fronde tolgono dalle tasche gli inchini;

L'asfalto ha una poesia da mandare a memoria,
Sul vetro picchiettano le unghie dei sogni.

Il buio è un colore, la stella un puntino,
La buonanotte un mistero, che si rivela al mattino.


lunedì 5 novembre 2012

Piogge grigie

Il grigio del cielo piove come una tomba,
Che ammalia i fiori, i santi, i pianti e le preghiere;
I piccioni si riparano
Davanti alle finestre chiuse,
Le chimere nei cassetti
Tra batterie mezze scariche,
Elastici, mozziconi
Di candele,
E viti che non reggono più
Ingranaggio alcuno.
I tergicristalli lavano la faccia al mondo,
Le pozzanghere spalancano le braccia,
Con l'aria di chi è sazio,
Ma se deve
Mangerà ancora.


sabato 3 novembre 2012

In faccia alle sere

Novembre si veste con un cappello di muschio,
Gli occhiali ha smarrito
Nel letto di foglie;
Si è attardato a dipingere persiane
Sulle finestre e sotto le palpebre
Occhiaie, sbadigli e labbra pensose.
La pioggia sorprende,
Con gesti da diva
E un barbaglio di luna
Solletica l'imbrunire:
Mare crudo e festoso,
Dipinto in faccia alle sere.


venerdì 2 novembre 2012

Ciò che ci lega

Una mosca vola sulla Luna con ali di cristallo,
Un ragno cala da una nuvola senza toccar terreno,
Agiti le mani per plasmare dalla nebbia il viso di una fata,
La pioggia si attarda a riposare nelle pozzanghere per specchiare 
Gli allocchi e le poiane,
Non c'è lume che ci leghi,
Né umore, o infezione, né strada o dedizione.
Solo un viottolo d'erba calpestata:
Uno squarcio nel prato,
Una formica
Risparmiata.



 

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