domenica 27 settembre 2015

Cade una foglia


Cade una foglia.
Getta nel ripostiglio
Le infradito.


Graffia il cielo


Graffia il cielo
La voglia di volare.
Albe d'autunno.


venerdì 25 settembre 2015

Hic sunt

Venite a prendermi qui dove non avete regno perché non avete abbastanza bottiglie e lattine e bicchieri e piatti e modi di dire e voi nemmeno modi per morire. 
Venite a prendermi qui sopra le gambe lunghissime che hanno a volte i semafori e le magie che ti fanno le streghe che ti hanno succhiato via le energie con gaudio e fantasia. 
Venite a prendermi qui voi che avete una mano sola scadente e senza nemmeno una regina. 
Venite a prendermi qui voi che avete un lavoro mille figli di cui ne fate uno è una moglie di cui fate zero. 
Venite a prendermi qui mentre striscio una macchina e tutto ciò che sapete dire è che dovrei chiamarla automobile. 
Venite a prendermi qui dietro alcuni fanali rossi e con occhi di gatto portati in trionfo da tutti quelli che ne hanno avuto pena e disgusto. Venite a prendermi qui a notte tarda. Perché sono lo spettro che affascina le vostre case e le vostre vanità
Venite a prendermi qui dove le mani hanno pochissime dita forse nessuna forse una sola e pare una montagna. 
Venite a prendermi qui dove nel palmo mi sta un culo intero e su quel culo hanno costruito una città e in mezzo a quella città c'è un mare dove galleggia un pianeta e in mezzo a quel pianeta c'è un mare dove galleggia una città. 
Venite a prendermi qui mentre parlo con un barista che ha mille anni e mille occhi ma tutti chiusi e io ripeto ancora stantio ed imperterrito Venite a prendermi qui... E qui... Venite.


martedì 22 settembre 2015

Troppi cuscini, troppo pochi


Non ho voglia di sentire la mia voce che parla come fosse un muso 
Di scimmia in faccia a questo telefono che non può - dice lui - accedere alla rete ora. 
Non soffro il letto grande quanto i troppi cuscini, o i troppo pochi. 
Tengo la finestra accesa e le luci della strada illuminano a giorno la stanza. 
Ma non ha importanza: dormo lo stesso, senza fame o freddo o fiori o soldi o viltà, 
Con una buonanotte sulla spalla è un'altra andata via, ma dove non si sa.


domenica 20 settembre 2015

Voinonio

Su quelle montagne, sotto, quelle montagne,
Riposa un mostro grande e gibboso.
La pensavo così, da piccolo, mille anni fa,
E la penso così ancora adesso, anche se non vedo più la coda, o le corna.
E a questa sera pesta, che non regala nulla,
Regalo io tanti mezzi pensieri, uno appeso all'altro, come cani che scopano
Senza coscienza o morale.
Fatevi avanti, miniere di livore,
Protestate ché quello,
Sapete fare, e glorificare, difendere, meravigliare.
Solo quello.
Tutto ciò che ho è una mano di colore
Asso, re, donna, jack, e altri semi
A germogliare nelle mani, senza conoscerne le parodie,
Le precisioni,
I versi obnubilati dall'eccesso.
La grappa, che ha fatto con me una sega, mi interroga e dileggia:
Voi non siete qui, non giudicate.
Voi siete solo ciò che disprezzo, ogni volta che disprezzate.


sabato 19 settembre 2015

Gatti, vipere, città


C'è un gatto acciambellato nel mio orecchio
E una vipera che annega nel suo secchio
La città intera è cresciuta 
Sul riverbero di una squama
Le finestre grandi quanto una facciata
E il caffè che bevo con la Luna
Si mangia tanto zucchero quanto una borgata.


martedì 15 settembre 2015

Unicità, sempre dall'oblio


Non c'è poi molto da salvare
Nel baluginare
Di tutte queste pozzanghere tremanti:
A malapena mettono su
Una idea di faccia
Di fronte alle insegne dei bar
O delle pizzerie.

Né nelle stazioni radio pare 
Esserci una qualsiasi vendetta
O abbandono:
Sempre le stesse canzoni, 
pesci poveri pescati dalla riva
Di fronte a un oceano di cui 
Non si conoscerà mai la fine.

Domani fa le bizze, invecchia, scapriccia. 
Non abbiamo il fiato di trattenerlo e fatico,
Io che ho scelto l'indistinto,
A tenerlo
D'occhio, fermo e a bada.

Il latte caldo è una luna nel bicchiere,
Mi sono caduti tutti i denti, gli occhi e buona parte delle delle dita.
Fuori non piove più ma l'alba
Non verrà, ne manderà a dire
Del perché ci lascia soli.



giovedì 10 settembre 2015

Lampi dall'oblio




Sto fuori, fa freddo, mangio arachidi.
Getto i gusci e il loro rumore 
Nel cestino del Comune, a far compagnia 
A rifiuti meno nobili.
Non piove, bevo birra, ascolto Above.
Il nero in cielo scimmiotta l'apocalisse.
C'è un matrimonio, sotto un portone, da qualche parte.
Entro la fine del mese non sarò andato a un funerale. Non vado mai.
Fino a poco fa si udivano le Frecce,
Il cielo sopra la polizia municipale e una teoria di scie, 
Nuvole e divergenze.




Le luci della strada sono forti, hanno sete di buio.
La sveglia si è acquattata sul comodino già da un po', in agguato, 
Ma il sonno é andato in bagno,
Mentre io sto qui a leggiucchiare.
La buonanotte ai dormienti
È un atto dovuto.



 

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