mercoledì 27 giugno 2007

Crepe storpie


Come se mi si aprissero fessure nelle gambe
e nelle braccia,
e si aprissero nelle gambe
e nelle braccia di tutti
faticando a incrociarsi
faticando e definire una verticalità
un inizio o fine.
Senza mai essere letali
senza mai trascinare l'eternità per il bavero
eppure
a modo loro
insistenti
per l'albero come per l'arto.
E io resto incorniciato da storpi e invalidi
Indifferente come un sasso
su un fondale obliato.


martedì 26 giugno 2007

Prima e dopo la cura!

PRIMA DELLA CURA...

E DOPO LA CURA...


lunedì 25 giugno 2007

Mammiferi

Avere gatti.
Avere gatti piccoli che giocano
Non lo dico io
Lo dicono in tanti
E' tra le gioie che più rendono pacifico l'animo umano.
Ogni tanto penso che queste
Sono veramente delle grandi cazzate
Perchè il mio animo si riappacifica
Anche con gli orsi, i grandi felini e i cuccioli in generale.
Un po' meno con uccelli, pesci, rettili e anfibi.
Dev'essere questione di appartenenza.


venerdì 22 giugno 2007

Indovinello: cos'è?



giovedì 21 giugno 2007

Magia da ingoiare


Sono uno
Che cercava la differenza tra “perso” e “perduto”
Tanti mesi fa.
Ne venni a capo
Ma ora, quando la parola torna, non ne vengo a capo.
Così come non vengo a capo della magia
Che circonda le curve dei seni e della risacca
L’odore dell’erba tagliata e del gelsomino,
La magia che si era sistemata dentro l’auto
Quand’era nuova
E dentro a certe righe
Dopo che le avevo lette.
Ho cercato di prenderne un poca.
Cerco sempre di farlo.
Annuso, osservo, rifletto in silenzio
E poi cerco di riporla, sistemarla in qualche piega grigia,
In cui poterla ritrovare.
Memoria, mi verrebbe da chiamarla, ma sbaglierei.
La magia non si manda a memoria
La magia di questo tipo
Si ingoia e si digerisce
Ed è l’unico alimento, che ti nutre, ma non ti fa ingrassare
L’importante
È avere sempre fame.



mercoledì 20 giugno 2007

Sapore di mare

Tu lo sai che il mare ha un sapore ogni giorno diverso?

Tu lo sai
Per quanto me l’hai tenuto nascosto.
Solo perché ero sciocco?
Perché perdevo lo sguardo nella bracciata,
nelle mani giunte che separavano l’acqua come un minuscolo Mosè?
O perché anch’io ero parte di quel sapore?
È per questo, sì, per non spiegare l’universo al Sole.
Come a dirmi che i colori sono tutti dentro agli occhi
Gli odori dentro al naso
I sapori dentro la bocca.
Ho capito
Non serve che continui.
Quanti sapori del mare mi sono perduto?
Ma in fondo ritornano, vero?
Ieri era sera
E il sapore era di caldo, di olio abbronzante, di grida di bimbo e di sesso,
C’era il sapore della vacanza, delle navi
E delle onde in lontananza.
Oggi chissà
Oggi non nuoto,
Oggi lo guardo soltanto
E prendo il sapore rimasto tra i denti e lo metto negli occhi
Ora che so
Ora che saprò



martedì 19 giugno 2007

Per un pelo un temporale non mi ruba il rispetto


Venerdì sera volevo andare a correre, a solito parco. Erano le cinque e mi sono appoggiato sul divano. Addormentato di botto. 17.45 apro gli occhi. Più tardi ho una cena ma dovrei farcela. Sta per piovere. Che faccio? Vado lo stesso, mi dico. Sono ancora giovano e non ho paura di due gocce. Arrivo al parco alle 18.30 e ancora non piove. Scendo. Cuffie. Il cielo è nero. Nerissimo.
Allora che faccio? Prendo armi e bagagli e il broncio, per non aver corso, e torno sui miei passi. Vado a casa. Tento di fare una corsa nei campi dietro casa. Coi cani. Ma il cielo nero è dappertutto.
Bene, penso. Che merda, penso. E ok. Finita lì.
Oggi però torno al parco, un mio amico mi aveva detto che la bufera si è scatenata poco dopo le sei e mezza. Ma vedo cose impreviste. Alberi spezzati, sradicati, fulminati. Sentiero interrotto in almeno una dozzina di punti. Alberi crollati ovunque. Saranno una ventina. Cazzo, mi dico. E pensare che io volevo correre qui, nel momento in cui. Mi dico che sono stato fortunato. Altro che gioventù, è la saggezza della vecchiaia. Mi dico. Poi mi rendo conto che anche diecianni fa non sarei andato per boschi con quel nero. Non per questioni d’età, ma di rispetto. Il temporale va rispettato. Possibile che stavo per essere così irrispettoso, mi chiedo? Cose che ho imparato da piccolo parevano essere state dimenticate. Per fortuna, che all’ultimo, ma proprio per cinque minuti, sono riuscito a salvare il rispetto, che voleva farsi fredare dall’incoscienza. Per un pelo…



lunedì 18 giugno 2007

NECRONOMICON

Ho scoperto che alcune copie del Necronomicon sono state ristampate e rimesse in circolazione.
Nella sezione della deducibilità degli interessi dei mutui c'è una parte che evoca immediatamente Chthulu...


giovedì 14 giugno 2007

Un sole rosso

C'è il sole che è una palla rossa
Una palla sola.
Rossa rossa.
Una palla di pelle rossa
Ben diversa da una palla di pellerossa.


mercoledì 13 giugno 2007

Sonno e musica


Il sonno allunga le strade
gli torce il collo
come canapa nelle mani dell'idraulico
La musica invece
le avvicina e colora
aggiungendo qualche tratto dove serve.


martedì 12 giugno 2007

Sotto l'influsso di Prunella

Vedo sirene pallide sulla punta delle dita
Le strofino come zolfo
Sanno di cenere
Mentre cadono e rimbalzano fino al camino
Io che brucio giorni e legna
A volte carta
A volte foglie
E mentre le molle molli di ieri
Insidiano tutto ciò che segue con una spinta non richiesta
Mentre questo accade
Sulla faccia dipinta di terrore del bambino sulla giostra
E mentre l’imperatore, se mai siamo riusciti a costruirne uno,
Ride sguaiato, impendendomi la spada,
Rido anch’io
E chiamo a raccolta gli elfi
Che han voluto bene ad altri


lunedì 11 giugno 2007

Dimensioni

Vado a fare il bagno e un bimbo mi cammina nei piedi
Piccolo piccolo
Sguazza verso l’acqua
Un passo dei miei e l’acqua è oltre la sua vita
Penso a quando è piccolo in mezzo al mare
Così piccolo da annegare dove l’acqua fa ancora fatica a bagnarmi tutto il polpaccio
Fa ridere e spaventare, immaginare quello stesso bimbo
Al largo fra le immensità blu e color schiuma.
Ma è un pensiero sciocco
Io stesso
È solo questione di metri
Sarò un bimbo piccolo piccolo
Che potrebbe annegare dove l’acqua fa ancora fatica a bagnare il polpaccio di qualcun altro
Poseidone? Chtulhu? L’Uomo Gigante? Ufo Robot? Mazinga?
Tutto questo non spaventa
Non quanto un pallone, rapito dalle onde
Che saluta la speranza di essere restituito.



venerdì 8 giugno 2007

Rearviewmirror

Mi fermano sempre.
Vigili, carabinieri
A volte anche la finanza.
Capita che non dicono niente, o capita che mi fanno la multa
Se il caso.
Ma mi chiedo perchè?
Proprio me.
Come fare a capirlo.
Mi guardavo nello specchietto e non capivo.
Poi mi sono ricordato di Pirandello.
Così mi sono distratto un pò,
Pensando ai cazzi miei
Poi senza che me ne accorgessi
Mi sono vestito mentalmente da carabiniere
E ho fotografato lo specchietto.
"Ma chi è quello lì?!" Ho pensato.
"Fermalo, fermalo" Mi ha risposto subito un'altra voce.
E così ho accostato
Ma non c'era la pattuglia
Lampeggiava solo il mio telefonino, con la foto di un brutto ceffo!


giovedì 7 giugno 2007

Oggi ho cambiato posto per correre, ho preso una strada, in mezzo alle paludi tra S. Andrât e lo stradone, e via a caso. Così ho capito certe cose. All’ombra il fango non si asciuga quasi mai, ma diventa un fango diverso, molle ma non sprofondante. Basta imparare a mettere i piedi, correndo, in un certo modo, e si galleggia. Ho imparato come sputare in acqua, nel fiume, permetta la commistione intima tra uomo e natura; vedere le acque che sciolgono e ingoiano il mio sputo rilassa. Quasi come i rami bassi. Ho imparato che siamo schiavi delle telecomunicazioni, ma questo lo sapevo già, solo che a volte cerco di dimenticarlo. Qualche hanno fa averi nascosto le chiavi dell’auto sul ramo di un albero. Ora giro col marsupio che suda assieme al mio culo. Brutta storia. Ma nemmeno tanto se penso che un tempo non averi potuto fare foto come faccio adesso. Bisogno che tutto cambi perché tutto resti uguale. Aveva ragione Tomasi Di Lampedusa. Comuque questi erano preamboli. La vera cosa che ho imparato è stato come saltare un ostacolo, come un ramo di traverso. Ho capito perché quelli dei tremila siepi appoggiano sopra il piede, invece che saltare. Saltano sopra, diciamo. È per via dell’incertezza. Se salti e non tocchi l’ostacolo, non sai se hai saltato abbastanza per non toccarlo. L’incognito, lo sconosciuto che aspetta sotto al piede in volo. È lui che ti blocca, che spaventa. Allora cosa ho fatto. Ho saltato sopra al ramo. Sopra. La pianta del piede che tocca il legno. Lo sentivo sotto, schiacciato del mio peso, prigioniero. E un prigioniero non è un’incognita, non è un imprevisto. È roba mia, che non mi spaventa. Allora li ho capiti, quelli dei tremila siepi. Non sono stanchi. Sono avversi al rischio.


mercoledì 6 giugno 2007

Lumache di pietra


Sirene pallide, lumache di pietra
Topi con code a fette e baffi senza gravità.
Foglie azzurre, biscie dagli occhi arrossati.
Ho messo tutto in un circo ma era vuoto.
Ho aggiunto cavalli di legno, alberi con le orecchie,
Muse pigre e parche stanche
Ho aggiunto zolfo, arance e panna montata.
Velo di fata, pelo di seppia.
Ma ancora il vuoto danzava.
Ho aggiunto io
Che guardavo tutto
E mi è sembrato bello.
E la paura si è dimenticata di noi.


martedì 5 giugno 2007

Io e il sonno


Io e il Sonno
Siamo due vecchi compagni d’arme
Parliamo di quel che faremo
A guerra finita
Razionando il caffè e la voglia di fare.
Quando non ci saranno telefoni
Voci
Cose da fare
A svegliarci prima che ci siamo salutati.
È una vecchia guerra
Quella che combattiamo.
Da quanto dura?
E chi ha iniziato?
Noi due, o lui, il tempo.
Come se si potesse vincere…
È ora di andare adesso.
Io in missione,
Lui resta in trincea, a tenere la posizione
Nascosto sotto il cuscino.


lunedì 4 giugno 2007

Preso!!!

Preso!!!



venerdì 1 giugno 2007

Mici

Mi chiedo come si può crescere senza un gatto.
Divorano bellezza, come il mare fa con l'orizzonte
E viceversa.



 

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