Ti penso scrivendoti,
Come brezza che verga la rena,
Come brezza che verga la rena,
Con sottili,
Sconfinate,
Innocue serpi
E bastioni issati
Da un pettine o una zampa
Di pellicano;
Da un pettine o una zampa
Di pellicano;
Come la vena,
Che strema la foglia,
Nella piega che arraffa
La melanconia di novembre.
E scrivendo ti temo
Tu che a difesa del sacro
Hai schierato il profano;
Che strema la foglia,
Nella piega che arraffa
La melanconia di novembre.
E scrivendo ti temo
Tu che a difesa del sacro
Hai schierato il profano;
E temi le scale,
I colori,
E mal sopporti i tris,
I jolly,
Il profumo
dei fiori e sempre,
Alle muse,
Preferisci i musici,
O i brutti musi.
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