C'è più pioggia che bugia,
In questa sera travestita d'autunno,
Giunta a piedi e stesasi
Quasi subito,
Davanti al viso caldo del nostro focolare;
Non badiamo al suo scrosciare,
Non badiamo ai fiumi minuscoli
Che portano le foglie ad accompagnare i marciapiedi;
Ciò che non ci fugge tuttavia è il livore
Dell'asfalto e della segnaletica,
La mano aperta del baro
E del villano,
I pugni chiusi dell'innocente
E del reo;
Ciò che non sfugge è l'indole fragrante
Della nostra superficialità,
Dell'imprecisione,
Dell'orgoglio vestito malamente.
A essi consacriamo i muri
Intrecciati a giorni
E giorni
D'immobilità.
Intrecciati a giorni
E giorni
D'immobilità.
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