Vestiamo la mano di una carezza,
La mandiamo via,
Vagabonda,
A perdersi sulla schiena,
Le abbiamo riempito le tassche di un fruscio,
Che volevamo voluttuoso,
Ma che il sollievo
Ci ha restituito caldo
E timoroso.
E con la stessa mano,
Abbiamo ingravidato le labbra
Di un sorriso,
Di un bacio,
Di uno schiudersi borioso e della pienezza
Che ha la panna nell'istante
In cui sfiora il palato.
E c'è ancora la mano,
Con un dito, stavolta,
A scortare un palpito superbo,
Dall'ombelico fertile,
Alle forastiche
Valli del sud.
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