Sono uno
Che cercava la differenza tra “perso” e “perduto”
Tanti mesi fa.
Ne venni a capo
Ma ora, quando la parola torna, non ne vengo a capo.
Così come non vengo a capo della magia
Che circonda le curve dei seni e della risacca
L’odore dell’erba tagliata e del gelsomino,
La magia che si era sistemata dentro l’auto
Quand’era nuova
E dentro a certe righe
Dopo che le avevo lette.
Ho cercato di prenderne un poca.
Cerco sempre di farlo.
Annuso, osservo, rifletto in silenzio
E poi cerco di riporla, sistemarla in qualche piega grigia,
In cui poterla ritrovare.
Memoria, mi verrebbe da chiamarla, ma sbaglierei.
La magia non si manda a memoria
La magia di questo tipo
Si ingoia e si digerisce
Ed è l’unico alimento, che ti nutre, ma non ti fa ingrassare
L’importante
È avere sempre fame.
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