Tu, vieni qui, dài
A far capriole nel mio
Turbamento
Nuvola di mani e pelle
Gettata come un dado
Tra le bizze di un cielo goffo
Gonfio d'imbrunire.
Vieni qui, quieta e china,
Pace furibonda
Delle prigioni e delle viscere,
Tu come noi,
Più schiva e tesa,
Di ogni accennato
Sorriso di vano affetto.
Vieni qui, felina,
Porta con te il timore
E le unghie e i balzi
E tutti gli schricchiolii
Divorati dall'eleganza e dalla
Leggerezza.
Vieni,
Grazia,
Non aspettare più.
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