Come pensare i bottoni,
Che sono le stelle,
Vibranti e golosi,
A vestire il buio
E incollare la notte al cielo;
E immaginarli,
Senza vederli,
Dal letto o dalla parsimonia.
Che sono le stelle,
Vibranti e golosi,
A vestire il buio
E incollare la notte al cielo;
E immaginarli,
Senza vederli,
Dal letto o dalla parsimonia.
Così
Invecchiamo da svegli,
Imperterriti,
Scontrosi,
Senza piana e senza bagaglio,
Ché il peso è tutto nelle rughe,
Nelle tazzine sbreccate,
Nelle fertili promesse mantenute dal crepuscolo,
Lui che più di noi
Ha rossori e finestre
Da regalare.
Invecchiamo da svegli,
Imperterriti,
Scontrosi,
Senza piana e senza bagaglio,
Ché il peso è tutto nelle rughe,
Nelle tazzine sbreccate,
Nelle fertili promesse mantenute dal crepuscolo,
Lui che più di noi
Ha rossori e finestre
Da regalare.
Ci restano soltanto i baci.
La neve,
Il tatto,
L'ilarità.
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4 commenti:
Le stelle sono i bottoni che incollano la notte al cielo: splendida l'intuizione poetica; ben condotto anche il resto, con le consuete puntate nell'ermetismo che sono ormai la tua cifra stilistica. Bravo, caro!
(Fiorella B.)
oh, grazie, è sempre bello un commento ogni tanto :)
e devi dire anche che ti piace la foto, ché a me moltopiace,
e le cose che mi moltopiacciono non possono non moltopiacerti :D
sì, anche la foto mi è moltopiaciuta; ma sarebbe stata ancora più azzeccata se il finale fosse stato "Ci restano soltanto i baci / e la neve". Invece la scelta di chiudere con "Il tatto,/ l'ilarità" abbassa il moltopiacimento della foto :-D
(sempre io, la Fiò)
e già, tu anche avere ragione, ma io non riuscire a detrarre la poetica dalla (mia) verità, e a me, il toccare e il ridere, mi restano sempre addosso, e bene. :)
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