Succede che ti alzi la mattina, e la sera prima sei stato al mare perché eri come una pietra, che vorrebbe muoversi ma non muoversi, un sasso che per natura è fermo ma può essere lanciato e non conosce salita, ma solo discesa. E succede che il mare nemmeno l'hai guardato, che non sei andato ma ti sei fatto in un qualche modo portare, ma la birra sulla risacca è cosa buona, e la schiuma è uguale alle onde.
E succede che non dormi poi, ma vegli e scrivi due frasi, ché a te, per due frasi, servono due ore, e poco importa che ti sprofondino nella notte, le scrivi e okay, così sia, per una volta. E già in quelle due ore, nel piatto, nella bottiglia vuota, nelle mani sporche, nelle canzoni vecchie, c'è che qualcosa di meglio l'avrai, nel dentro, il giorno dopo. Perché la mattina, dicano ciò che vogliono, è sempre forte, sempre luminosa, anche quando è grigia, come oggi, che un velo di pioggia ha coperto le sedie, l'erba e le pigrizie.
E lavi i piatti dei wurstel, la forchetta, il cucchiaio della nutella, getti la bottiglia della birra, e poi lavi la tazzina del caffè, quella del latte, quella dello yogurt, quella della carne schifosa dei gatti, e ti chiedi che diavolo di giornata sarà se tutto questo tempo serve a risistemare poche cose semplici e insignificanti fatte da poco. Ripensi a tante cose e cerchi di farne troppe, viviamo così, alcuni, che tra mille cose cattive a volte ne finiamo una buona, come il libro, come portare tua madre al parco, come il dispiacere per non riuscire a leggere più, o quello per aver letto troppe volte male, o malamente. Ma son cose piccole, cose da salutare, come il mare dopo l'ultimo bagno, o quelli con cui non hai, più nulla di colorato da dire.
E poi ti rendi conto che i pensieri tuoi, della tua taglia, non sono stati mai, ma meglio più grandi, sì, che una camicia la puoi sempre ficcare dentro i pantaloni o correre, per le tue giornate, tenendoteli stretti con una mano, o meglio ancora, trovando una cintura, ché quelle sì, è più facile, anche se la gente si limita alle corde e agli elastici, ché le cinture, si sa, non sono mai del tutto giuste, per i pensieri nostri. E pensi che di cinture te ne servirebbe più d'una, per i tuoi pensieri, se vuoi correre un po', e non sono poi cinture che si comprano, e magari, rifletti, apri un'anta dei ricordi, e ti rendi conto di averne già.
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Qui il post sui pensieri di gelo
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