Abbiamo cominciato a restare seduti
Ascoltando lo scricchiolio di uova rotte
E briciole calpestate:
I genitori si ammalano, gli zii muoiono e dei nonni
Ci siamo abituati a fare a meno.
Facciamo fatica a denigrare le foto
Di gruppo,
Le sfide non raccolte e a difendere
I cattivi e gli egoisti.
Siamo dalla nostra parte,
Ma siamo soli,
Con una luna storta.
__________________________genesi del pensiero, su richiesta: 30-09-11-00-58
Chiamiamola M. che dà l'avvio a tutto, collaboratrice di lavoro, grado di conoscenza basso. M. è sui 40, ora ha un genitore, diciamo, che improvvisamente ha problemi di salute. Per quelli sui 40 che hanno i genitori diventa la norma, sia così. Dei nonni, alcuni, come M. la norma è che manchino da un bel po' e M. non ne parla quasi più anche se ricordo che non era così, dieci anni fa. M. ora si occupa di lavoro senza pensare a cambiare le cose, è seduta, in quel senso. Mi sono ritrovato a discutere di un miglioramento - per me - che per lei era indifferente. Ora, secondo me, M. non ascolta né il suono delle uova rotte, né quello delle briciole. Le uova solo le cose che non può fare più, tipo insegnare (troppe cose sono cambiate, la riforma i programmi; un uovo se lo rompi non lo aggiusti più). Le briciole sono gli avanzi della vita. Io vedo che M. non vede che certe cose - nel caso di questa giornata, un aperitivo in scioltezza - è diventato un avanzo (Troppo giovane l'intorno, fuori luogo il come, non adeguato il quanto; le briciole finge non ci siano, che lei "ancora" va a bere l'aperitivo, anzi, gli aperitivi).
Poi, nel mentre, ascoltavo il primo cd dei coldplay. Shiver, che in un verso, nella sua semplicità molto bello, dice: "On and on from the moment I wake,/To the moment I sleep,/I'll be there by your side"
Ecco, a me piace molto il concetto english di "by your side" che non è solo un "stare dalla tua parte, ma è "side" anche il lato del fiume, o di mille altre cose. E pensavo che ciò che ti fa restare seduto, ciò che ti evita, come a M., di rimanere in piedi, e scattare, è l'incapacità di essere dalla parte di qualcuno a prescindere. L'essere a conoscenza di difetti, cattiverie, torto, egoismo e tante cose brutte eppure, aggregarsi al male. In quel momento, ho pensato a un altro verso degli Otto Ohm, "stringere amicizie coi peggiori" che se lo avessi avuto a disposizione l'avrei ascoltato (senza di noi, è il pezzo). Insomma, ho pensato a questo legame, che vedevo, tra M. e il rimanere seduti per non avere la capacità di schierarsi a prescindere dalla parte del torto. Poi, pensando alle foto, una in particolare, sfigatissima, facce di merda (ovviamente io non c'ero, ma se ci fossi stato avrei detto lo stesso) ho pensato a come M. ma in questo caso i colleghi di M., perché M. non c'entrava più, avessero detto che era una bella foto. E invece no, faceva pena, era brutta.
C'è poi quel verso delle sfide, pensavo sempre all'aperitivo, alla sfida, a volte inconscia e infantile, del bere e che è bello, trovo che lo sia ancora, denigrare chi non la accetta. Quando capita capita, ma se capita devi starci dentro. E' una questione di prezzi da pagare. E quelli come M., quando trovano uno come F, che dice vado a casa, sono comprensivi. Invece, pensavo, come sarebbe bello che dicessero "buuuuu, vergogna".
Poi il finale, che discende da "by your side". Il finale è come faccio spesso, un calembour, un gioco per chiudere, che va dal particolare al generale. E quindi ecco, l'idea che non siamo più "dalla parte di qualcuno" contiene la sua negazione. Ovvero, se M. - e quelli come M. - non è più capace di stare dalla parte di qualcuno, vuol dire che è dalla sua parte. Ma se tutti sono così, allora tutti siamo dalla nostra parte, ma siamo soli. nel senso di solitudine. Da lì il calembour, sole vs luna, ma luna storta, perché giustamente, la solitudine non ci piace e quindi si è di cattivo umore (confesso che ero infastidito da quest'ultimo gioco di parole perché mi era venuta in mente la abominevole song di vasco, siamo soli, ma poi ho deciso di chiuderla così lo stesso, perché mi piaceva).
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2 commenti:
Non è l'unico modo di essere.
A vent'anni, e ancora a trenta, si è come dici tu. Le sfide, sentirsi bruciare, essere lanciatissimi, oppure fare amicizia con quelli storti, tutte quelle cose che conosci benissimo.
A quarant'anni non sei più così, e il difficile è che non sai come dovresti essere, com'è un modo giusto di essere. Penso che a quarant'anni il modo giusto di essere è qualsiasi cosa tu sia diventato, se hai il coraggio di esserlo del tutto e fino in fondo. Quello che manca alle persone come M. che sta sempre seduta è quello, aver abbandonato quello che erano senza essere arrivati a quello che sono ora. O forse è solo stanca morta se ha un genitore malato, può essere.
Ma M. è un ottima persona! E anzi... non è così messa male :) Non era mica un giudizio di valore il mio :) mi era stato solo chiesto da dove nascono le parole e così né ho approtittato per un esperimento. Sono molto disinteressato a M. che poi non esiste nemmeno, in fin dei conti, in quel senso lì, della poesia. E' esistita in quel momento che mi serviva per. Poi, a me, seduti in piedi o distesi, vanno bene tutti, e mi sa tanto che non è questione d'età. ;)
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