Mi hai fasciato i piedi con mattoni di gomma,
Dipinto gli occhi dei colori dell'estate
E delle domeniche di maggio.
Le unghie, le hai nutrite con sorrisi,
Le labbra affamate di sbadigli.
Mi hai insegnato i nomi delle strade
E i cognomi delle stelle,
I versi del bosco e dei poeti,
Non hai mai imparato a pronunciare la J,
Ma conosci lettere che io non ho scritto mai,
E sai trovare i miei calzini blu.
Le ossa, dure da spezzarsi e fredde e lucenti,
Le hai tenute dentro per pudore
Mentre il cuore,
Bagnato e molle e sempre caldo,
L'hai venduto alle farfalle, per mezza nuvola
E un abbraccio che ti rifiutai.
E non avrai nemici, madre mia,
Quando inorridita mi donerai il desiderio di sconfitta,
Contro il tempo, che mi donerà la tua.
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