Si ritorna a casa
Dal mare e dalle voci
Con la stanchezza in grembo,
Un braccio attorno al collo
Radio muta, curve strette,
E i fuochi d'artificio ancora là, a fare ohhh, negli occhi
Come uno schiaffo allo stupore.
Si ritorna con quel disordine
Di una giornata rosicchiata, masticata,
Digerita come un gelato squisito,
In una sera calda, eppure
C'è quel bisogno di non cedere, non fare a meno di salvare,
Portare dentro sé la melodia
Di un uomo che riassetta il letto ai sogni.
E così si comincia con una doccia,
Ma l'acqua e fredda e c'è da aspettare,
Poco male,
C'è il costume da lavare, uscire in mutande a
Lasciarlo asciugare, con una asciugamano per compagnia,
Appena umido di sabbia e sale,
Che chiacchierino tutta notte e chissà per quanto ancora,
Mentre il sole li sbiadisce come la terra
Fa con la una suola.
E poi,
Mentre si finisce uno yogurt al melone,
Il cellulare a succhiare un filo e le lenti
A contatto, stanche ma messe a riposare.
I grilli non smettono, fuori, di frinire, e uno dei cani
Ha così sonno da farti sentire in colpa, per essere uscito a prendere il fresco
Per un attimo di buio e stelle.
Nel frigo c'è mezzo melone,
Sulla credenza frittelle,
Di tua madre che le fa come tu fossi dieci persone,
E perché no, latte, due biscotti,
E finalmente sotto l'acqua
A togliersi di dosso il mare.
Poi
Per i piedi crema,
Per il corpo doposolo e per il sonno
Un libro con qualche riga da sognare.
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