sabato 18 agosto 2012

Vita ad anelli

E' agosto anche in fisioterapia. Non vedo l'uomo dalle gambe di ferro, né la bimba dal braccio sottile. Vedder canta Long nights, più volte e solo per me, e io che dovevo leggere il libro che mi ha accompagnato fin qui o l'informativa per l'esenzione ticket mi perdo a guardare una signora che avrà sessant'anni, ma porta a spasso tacchi altissimi, schiavi del cuoio nero, mentre i capelli, in un'altra crocchia, danno equilibrio alle rughe. Lascia poco lontano un attrezzo che pare acciaio mutato in prigione e ha gli occhi orientali di una gatta che il tempo non è riuscito a domare. Salto a memoria di tre e Eddie intona Society, e penso che, dentro alle righe orizzontali bianche, rosse e blu del vestito leggerissimo c'è quasi il disegno di una vita di anelli, so crazy and big, sì, verso direzioni che non sono per forza una costrizione, benché a molti, i cuori supponenti, lo sembreranno sempre.


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