Abbiamo scavato una scala
Sulla schiena
Delle nostre madri;
Fatto scempio delle loro
Fantasia;
Rinchiuso le chimere
In una gabbia
D'inedia.
Con una lama poco affilata,
Abbiamo intagliato i volti grigi
Dei nostri padri;
Gli abbiamo lavato
Via il respiro dalle scarpe,
Con un regalo
Che non sapevano usare
E risposte date
Senza ascoltare.
Di entrambi abbiamo
Masticato le lingue,
Sputato le unghie
E i vestiti,
Mai troppo puliti
O stirati.
Ora ci resta un sonno
Senza fame,
Una sete
Senza voluttà.
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12 commenti:
Un bel testo. Immagini potenti e un gran finale.
Un paio di perplessità personali.
Primo: l'uso della prima persona plurale, che mi sa di didattico, generazionale, deresponsabilizzante.
Secondo: la versificazione "singhiozzante", che penalizza la recitabilità del testo e comprime in versi minimi un contenuto che forse richiederebbe maggiore "ampiezza" (e una punteggiatura meno nervosa: non mi piacciono i due punti e virgola dell'incipit).
Nel complesso, bella.
bene dài, per esser parole scritte guidando da ubriaco direi che è un ottimo risultato! ;)
Grazie!
ps
non lo dire a nessuno, ma anche a me quei punti e virgola non piaccion per nulla ;)
Parole scritte guidando da ubriaco? Con questo slancio, con questa ispirazione? Notevole... (comunque, male per la guida in stato di ebbrezza, molto male!)
Una curiosità in fatto di preferenze poetiche (se posso): quali autori ti piacciono?
:P
Mi ero perso questo post
cioè no
avevo risposto
ma poi tutto si è cancellato
e non ho riscritto perché non mi piace dire le stesse cose
e allora rispondo altro
sì
per la cosa del guidare ubriaco,
mi era comprarso un mago cattivo
mi mise di fronte a tre scelte
"ora ucciderai questo bambino"
mi disse
"oppure brucerai questo bosco
oppure sali in auto e vai fuori dalle palle!"
E io, ovviamente, subito decisi di bruciare il bosco
ma lui mi disse
"Ah, dimenticavo, il bosco è pieno di bambini"
Ed ecco perché guidai.
Per le preferenze poetiche
non so
ne leggo poche, pochissime, e per sbaglio
sono troppo, troppo ignorante in materia
dovrei studiare, ma sarà per la prossima vita
e quindi non conosco tanti poeti bravi che sicuramente esistono
ma non scrivendo io quasi mai poesie
(penso di non arrivare in doppia cifra)
non è una grave mancanza.
Comunque
con posso nascondere le mie simpatie per gente come Sereni, o gli ermetici in generale
Non posso nascondere le mie simpatie giovanili per il pianeta francese
che poi, pur in modo diverso, continuo ad apprezzare e ogni tanto a rileggere
e poi sì
i Leopardi i Montali gli Ungaretti i Caproni trovo che siano comunque imprescindibili (ed è uno dei motivi per cui mi reputo ignorante)
poi parto in fissa per certi poeti di vita, e trasversali, sghembi.
Roba tipo Federico Tavan, per dire un corregionale, o roba tipo le poesie non-poesie di Carver, per dire un nome noto.
Ciao!
ah sì
anche a me quei punti e virgola fanno cagare! Hai mille ragioni!
R.
e tu, là sotto, tira dentro quella lingua, o te la lecco dopo aver mangiato il kren!
Grazie per la risposta (in non versi)! :-)
Anche a me piace molto la produzione poetica di Carver: ammetto che prima di leggere le sue poesie ignoravo chi fosse (lo so, sono una bestia!).
Non conosco Federico Tavan, perciò adesso vado a farmi un giretto su google per scoprirne di più...
Ciao!
Buon viaggio con il poeta delle pantegane, allora.
Poi cerca anche Pierluigi Cappello. :)
La lettura di Tavan in friulano per me è off limits, ma mi piace molto anche in italiano. Approfondirò senz'altro.
E anche Cappello pare interessante.
Che dire... grazie dei suggerimenti.
Posso contraccambiare il regalo? Anne Michaels. Sempre che tu non la conosca già... mi sa che non sei affatto così ignorante in materia come ti professi, eh?
;-)
Accetto accetto! non ho la più pallida idea di chi sia! :)
Benissimo!
Anzi, adesso ti posto pure un suo testo...fammi un po' vedere...
Ecco, ho scelto una poesia tratta dalla sua prima opera, "Il peso delle arance", del 1986.
Una vetta di anni
1
La piccola nave delle sue ossa affonda nella terra.
Io piango per mio padre per le maniche corte di tutti,
il pallore di braccia nella prima forte luce di sole.
Oltre il cancello, camicie su un filo
puntano su di noi le loro maniche vuote.
Vento caldo di primavera, fango che si secca sotto le scarpe.
Mio fratello e io siamo in piedi nel viale
dietro la casa dove siamo cresciuti.
Scrutiamo, le mani sulla recinzione di legno,
cercando di vedere dentro attraverso una finestra di cucina.
Cadiamo da una vetta di anni,
calando a picco come uccelli fino a un pollice dal prato.
2
Vetro vecchio ondula il viale, le rimesse rosse.
Novembre, stagione di giorni dimezzati,
scivola sotto la porta come una busta.
Pavimenti freddi.
Un intricato albero nero taglia forme in un cielo bianco,
rende il cortile misterioso mentre si ritrae
sotto un disegno nero di uccelli
congiunti in motivo e ritmo,
una freccia nera che punta il sud.
La casa si ritrae sotto le loro alte strida,
un tetto rosso in mezzo a rami seminudi, un ricciolo di fumo.
Presto, solo fumo.
Luce diurna sfuma nel colore di frutta tagliata che vira al ruggine.
Foglie cedono ai loro polsi secchi.
3
La strada asfaltata diventa un'anguilla nera
sotto l'acquazzone. Noi guardiamo dal portico,
vernice scrostata e fango secco ci grattano le gambe.
La pioggia dissotterra il profumo polveroso dei lillà.
Vecchi denti di leone crollano in cenere fine sul prato.
La pioggia smette, cola incoerentemente
dal bordo di un tendone.
Dopo cena la strada fonde
sotto il polline giallo del chiardiluna.
4
Ogni casa è un magazzino.
Ritornavamo sotto il tetto di casa nostra mentre cadeva,
per sederci nelle macerie, per essere nel luogo del rogo.
Guardavamo attraverso le finestre da fuori seduti nel portico
mentre pioveva.
5
Diventiamo inaccurati.
Qualcuno che ami con tubi giù dentro la gola
ti mostra ogni modo in cui non puoi amarlo.
Sangue, quell'eufemismo per ciò che in noi si muove.
Grazie!!!
Prego! :-)
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