Volevamo fare i marinai, gli esploratori,
Gli scrittori,
I medici;
Volevamo prendere sottobraccio la vita,
Avere pensieri attenti
E rigogliosi,
piuttosto che ombre, o sfumature.
Invece siamo muratori.
Costruiamo,
Non facciamo altro,
E costruiamo da mattina a sera,
E di notte,
E persino - se non di più - di domenica
E nei giorni di festa.
Ponti, case, castelli, intere città;
E marciapiedi e finestre, o muri sghembi.
Stremati dalla calce troppo secca,
Che cadranno col vento
Che porta distanza
O antipatia.
E siamo muratori incauti,
Imperterriti,
Che edificano frettolosi, su terreni molli,
Pur sapendo che un giorno...
Costruttori di affetti, sì,
Con sorrisi
E baci
E carezze
E memoria.
Ognuno col suo sacco di dolore
Sempre celato
Dalle macerie che verranno.
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1 commenti:
L'ultima strofa è la mia preferita.
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