C'è un sabato in ghingheri,
Pronto a mangiarci la faccia;
Un'anziana sbilenca che attraversa
La strada;
I semafori
Sono rimasti indietro,
Prigionieri della città;
Non abbiamo mai troppa fame
E forse nemmeno sete.
Eppure, il tempo di un Ciao,
Ed ecco i belli
Dileggiare i bravi,
Le chimere accucciarsi
Sul cofano caldo;
Le muse portate a casa
Da e Di
Qualcun altro;
Mentre noi, tra lenzuola fredde,
Coltiviamo inganni,
Sbadigli
E caffè.
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