venerdì 6 settembre 2013

14,34

non è che io corra chissà per quali motivi
fondamentalmente, perché mi va
e come oggi
è occasioni di fare il cazzaro
significa che tipo
cogli l'occasione
e fai un po' la cazzata, la cosa tanto per,
che poi ti senti meglio, anche se magari sei tutto rotto,
e insomma, si sta bene a fare il cazzaro, una volta ogni tanto,
è salutare e divertente,
e quindi oggi, che avevo un'ora sola di lezione,
a Udine, e mi è venuto di dire alla vecchia
  • Vuè, che ne dici se ti porto a pedalare al parco?
  • e lei si, okay, se non ti rompo
  • e io no, anzi, e che ne dici che ce ne andiamo con la 500 e poi tu torni in macchina e io torno a piedi?
  • ma, si, va bene
  • okay, allora però porto via la roba da cambiarmi eh, mi devi aspettare un'oretta e passa
  • no problema
  • perfetto
E così mi sono cambiato davanti alla questura,
rendendomi conto solo dopo che questi, a vedere uno in mutande,
con le tartarughine sulle mutande
in mezzo al parco pieno di bambini
potevano pure venire ad arrestarmi
ma vabbè
non son venuti
e io anche mi sono dimenticato di prendere la musica
e vabbè, poco male, il ritmo me lo farò da me
e poi anche
siccome non sono capace di star buono
e in ufficio mi parevano tutti un po muffi
ho pensato di spendere i cinque euri anti vagabondaggio in biscotti dell'eurospin
che fanno bene al morale
tipo quelli cuoricinosi con la gelatina rossa in mezzo
e quelli buoni buoni, i cookies, quelli cioccolatosi e con le noci,
grandi quanto un tappo di nutella
e anche quelli al cocco fuori e biancioccolato dentro
che fanno male solo a guardarli
e insomma
son fatto così
e poi
anche se ero a dieta
me li sono pure mangiati
e verso che ne so, le sei meno qualcosa son partito
e ho scoperto queste cose:
 1) se corro senza musica e devo correre tanto è meglio, visto che faccio il mio passo invece di correre come un folle quando l'ipod mi passa i system e rallentare come un ectoplasma quando per sfiga becco un lentone dei pj
2) senza musica rischio di meno di essere preso sotto e mi sono accorto che gli altri corridori che incrocio mi  salutano, mentre fino a ieri pensavo fossero tutti dei musoni!
3) verso il km 9 la coscia destra ha cominciato a farmi male
4) un km dopo il dolore si è propagato allo stesso polpaccio
5) migrando con un'opera di mesmerismo muscolare, l'affaticamento è passato al polpaccio sinistro, il maestro zen però mi ha insegnato a ignorare e continuare a correre, la forza è nella testa
6) grazie alla cazzata del maestro zen, probabilmente correvo un po' maluccio, e quindi ha cominciato a farmi male l'anca sinistra
7) al km 12 mi sono reso conto che ogni tanto devi abbassare le braccine, altrimenti ti vengono i crampi come se avesse fatto per un'ora le seghe ai tori. ho abbassato le braccine.
8) al km 12, più o meno, ma una piccola avvisaglia si era avuta al km 8, mi sono reso conto che a correre devi andarci già cagato, sennò possono essere cazzi. Per fortuna mi sono guardato intorno e con un'opera di meditazione in movimento, senza OM, ho ignorato sia la scarpa slacciata, sia il resto.
9) al km 13 il dolore alle gambe è sublimato in una sorta di nirvana muscolare, ho pensato di chiamare casa per farmi venire a prendere ma ho valutato che non avevo le forze per aprire il cosetto del portatelefono. meglio continuare a correre.
10) Al 14 km ho visto il cartello del paese in lontananza e ho deciso che poteva bastare. appena ho cominciato a camminare - complice l'assenza di campi di mais a destra e a sinistra - la cacca che mi scappava ha ridefinito tutte le mie priorità: sete, mal di polpaccini e altre inutili bisogni umani sono scesi tutti di una posizione nella mia scala di maslow
11) km 15. gli ulti 700 metri sono passati in una serie di benedizioni rivolte al fatto di avere una casa più vicina dell'altra, bagnomunita, con le chiavi sul davanzale della finestra. Ho alternato queste benedizioni immaginando a quale casa avrei potuto suonare il campanello se non avessi avuto casa lì. Ho deciso che devo avere più amici, sparsi in zone strategiche del paese.
Bon, basta, questa è la cazzata di oggi.
Sono contento e sereno. E posso andare a cena.



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