Eppure sono tante,
Ma temo di avere
Soltanto due cose
Da darti.
Una fosse il timore
Di chi
Sempre ne sa
Di più o meglio o differente,
Di chi ha sempre ragione
E di chi
Non l'ha avuta mai.
La paura dell'uguale, dell'unico, del solo,
Di chi mai discute e di chi sempre ha qualcosa
Da dire.
Una fosse l'entusiasmo,
Delle cose leggere,
Ali di libro e farfalla,
Cucite sulla schiena delle cose lasciate a metà.
Delle imprese iniziate,
Degli abiti accartocciati
Per giorni sul pavimento,
Delle pazienze sputate via,
Come noccioli, come zanzare sfortunate
Gonfie di sangue
O di speranza.
Una fosse il fastidio
Per le bandiere e per le mani
Che ne reggono il vento,
Per le disonestà taciute,
Per le vite corte,
Strette,
Immusonite,
Aspre,
Senza fame e senza
Sete.
Una fosse la noia,
Sbuffata a fiotti,
Per le beltà,
Le nude massive beltà,
Una più una più una
E nessuna
A fingersi moltitudine,
Altitudine,
Verità;
Fingersi dita di una mano senza braccio
E corpo
E cuore.
E fosse una il riso
Per il caffè rovesciato,
La ruota bucata,
Il denaro bruciato al sole degli sprechi e
Delle mancanze.
E una lo sprezzo
Per il vile
Disegno dei confini.
Un'altra il culo
Sfondato
Delle bugie
Da prendere a calci
O pugnalate.
Una fosse
Quest'una
Come non fossero
Che parole.
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