Siamo scarichi.
Ci hanno riempito di dispositivi, dipendenze,
Vacche veloci dal muso di scimmia,
Da rincorrere
O corteggiare.
Interrompiamo i pensieri, gli sforzi, le cicatrici
Per diramare i silenzi
Imposti.
Scarichi per batterie, legioni, correnti.
Perché ci hanno dato in mano un telecomando,
Un cellulare,
Un topo,
Un panorama di stelle crepate e venti incollati agli occhi.
Scaricati,
Noi non abbiamo capito.
Tardi, stanchi, quasi muti, sordi.
In viaggio con gli occhi coperti,
Coperte le mani dalle direzioni,
Coperto il ghigno da paure in semplice,
Iraconda,
Neghittosa
Agitazione.
Tu, forse, vecchio mio, riesci a cavarmi una sera dal taschino,
Ché passi in fretta
Ché passi bene.
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