sabato 22 settembre 2012

Topinambour per samurai

Succede che a volte fai scelte, a magari così, nemmeno si vede, o si capisce, o non le fai proprio e ti piovono addosso. Scelte che possono portarti persino ad avere i fiori nel culo, o qualcosa di simile.
Stasera è andata così.
Per dire, una delle scelte è di passare a vedere dei miei. Di trasformare il vivi con i tuoi a I tuoi vivono da te, così, tanto per dire che puoi rinunciare ad alcune cose per allungargli un po' la vita o, per lo meno, fargliela più felice. E così ti capitano momenti belli, quasi perfetti, una sera di un sabato in campo di mais già raccolto, dietro casa. 
Momenti che pensavi di aver perso, facendo quelle scelte.
Perché sì, non facendole, io stasera sarei stato davanti al mare, dopo corso, a fare il bagno, respirare il sale e guardare il tramonto, dopo aver letto tutto il giorno.
E invece no, è capitato altro. Un momento diverso ma non per questo meno perfetto.
E perché capitino, momenti come questi, serve che varie cose finiscano al loro posto, come quando butti una manciata di monetine nel coso automatico dei caselli autostradali e, misteriosamente, l'importo è quello esatto, e la voce della tizia ti dice: "Arrivederci".
E pensavo, stasera, alle cose che sono finite al loro posto, tante e tutte insieme.
Che ho cominciato a fare la corsetta della sera, che adesso faccio dietro casa, e non vado più al parco, che insomma, non lavorando è meglio risparmiar benzina, e poi, ho preso il vizio, adesso, di andare a correre con una borsa che lascio in un campo di mais già raccolto, all'andata, per fermarmi al ritorno e raccoglier pannocchie. Perché sì, a volte ti devi arrendere e pensare che sono delle fatiche inutili, che fanno le persone felici, e tipo mia madre è felice se tiene le galline e pure due oche.
E insomma... con che cuore gliele faccio ammazzare ora che non cammina poi tanto? E allora stasera mi son fermato, al quasi buio, a raccoglier pannocchie abbandonate, e per giunta avevo appena ascoltato il vecchio Stone Temple Pilots, correndo, il secondo, gran disco, quello con Vasoline e Interstate Love Song, per capirci, che sono ascolti che ti mettono sempre di buon umore. 
Epperò son successe due cose.
Una è che era pieno di margheritone gialle, che poi, mi hanno informato dalla regia, sono i topinambour, e io che sono un tenerone e mi piace avere i fiori di campo sul tavolo, ho pensato di raccoglierli, che poi, così, glieli porto anche alla vecchia, ho pensato, che quella schifa i fiori acquistati in fioreria come la peste e vuole solo fiori di campo, dovessero anche essere spinosi e velenosi. E perché non accontentarla anche in questo?
Insomma, lascio la borsa e vado a prendere 'ste cazzo di margherite, mentre buieggia già, e scopro che non è per niente facile strappare i fiori a mani nude. Devi trovare un modo, una tecnica, e comunque vada ti scortichi il mignolo, o almeno così mi è successo. E allora ecco che poi penso, Ma dove diavolo li metto 'sti fiori adesso? Sono coi ciclisti, e quindi ottimo, dico, li infilo fra mutande e pantaloni, sul sedere, di traverso. E pure lunghissimi li avevo raccolti, i gambi, ché tanto li avrei tagliati dopo.
E succede, altra cosa, che il cd degli STP termina e riparte l'ipod con i Blind Melon, e io mando avanti fino ad arrivare a No rain.
Ora... non so se avete presente, ma No rain è una canzone che ha qualcosa di magico. No rain è gioia. Inutile discuterne, è quel timbro, quell'attitudine alla leggerezza, e quel titolo, poi, che alla fin fine, è la speranza di tutti noi, se la nostra vita fosse una previsione meteorologica. E allora, mentre finivo di riempire la borsa ascoltavo a ripetizione No rain e mi sono accorto, anche, che c'erano un sacco di pipistrelli. E mi sono ricordato che sono belli, con quel loro volare inguardabile, che non riesci a seguire. 
E così, mi sono come visto da lontano, tornando, nella penombra, ancora sudato, circondato da zanzare, con questo enorme mazzo di fiori che uscivano di sbieco dalla schiena come la spada di un samurai, con una borsa di plastica, bianca, gonfia, che mi segnava le dita, con due pannocchie nell'altra mano, ché mi è sempre piaciuta la consistenza dei chicchi, da accarezzare, e nelle orecchie No rain e sopra la testa i pipistrelli, in voli eclettici.
E mi son detto che se ero un guerriero, di questa guerra che andavo a combattere, di qualunque si fosse trattata, non potevo che essere che dalla parte giusta. 



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