E pazienti
I resti della nostra sete,
Si accomodano sui portoni;
La pelle ci abbandona e fugge
Nei tubi di scarico
E sciocchi
Ci lasciamo gabbare,
Marionette con polsi di pezza,
Dai tatuaggi e dai seni,
Mentre occhieggiano come le note iniziali
Di una canzone che seppe annegarci
Di sorrisi.
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