Sono arrivate le stelle d'inverno e hanno
La solita faccia,
Di chi meraviglia e si meraviglia.
Sono arrivate nella spaccatura
Di buio, tra i tetti delle case,
Approfittando del fumo dei comignoli
Che ancora manca.
Una, più luminosa,
Ha appoggiato il cappello
Sul campanile.
Una seconda
Scherzosa,
Si è infilata fra rami
Mesti dei cipressi
Che difendono il cimitero
E adesso fa cucù.
Quelle che restano invece no,
Loro stanno
Lontane, da noi e una
Dall'altra.
Qualcuna brilla e sembra
Mangiarsi le unghie,
Nervosa,
ma poi viene mattina e tutto passa,
Tutto va via,
E anche la melanconia, finalmente,
Riposa.
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