Le parole, strani animali di pelle
Trasparente e code d'aquilone.
Le parole che frullano via,
L'occhio forastico,
Le gambe stanche e il broncio
Accennato.
Ed ero girato,
Voltato,
Tra un brutto voto e una sala d'attesa,
Tra un ascensore e un treno,
Tra un paio di mutande sporche
E mani anche troppo pulite,
E loro
Non c'erano più.
E io
A ritmare il passo
Battere le dita
Sui numeri e sulla plastica
Vederle addormentarsi piano, nel mio letto,
Dietro un vetro lucente sul mio cuscino di perle
E al mattiino
Non ritrovarle,
Nè poterne rincorrere il profumo.
Resti senza,
Come il fiato, le idee, i soldi, la pazienza.
Resti senza e ti accorgi che hanno fatto posto
Lasciato spazio,
Raccolto inviti che non potevano declinare.
A te resta il silenzio,
Una canzone, un libro
Le parole di chi ne ha ancora, ma ti accorgi
Che sono quelli di cui ti sei sempre
Liberato.
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3 commenti:
"A te resta il silenzio,
Una canzone, un libro"
In pratica ti resta il meglio :)
Sì, a volte può essere, ma come dice il mio mister quando dice di giocare con i compagni
"soli si sta bene solo a cagare" :)))
serve chi lo scrive
e chi compone, quindi :))))
Il tuo mister è un filosofo ;)
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