sabato 1 dicembre 2007

Case con muri di vetro


Ho comprato una casa, più di trent'anni fa.
Vedi, mi dicevano, guarda le nostre case.
Io guardavo.
Erano belle sì. Erano case di vetro.
Vedevo molto.
Non ogni cosa, ma vedevo molto.
Mi mostravano la cultura che appendevano alle pareti,
I soprammobili lussuosi
Le fidanzate eleganti, le risa sguaiate.
Io guardavo.
Erano belle sì. Erano case di vetro.

E all'inizio anche la mia
La pensavo così.
Vedevo le pareti, guardavo fuori.
Eccoti!
Mi dicevano
Anche tu hai quel soprammobile
Anche tu hai quella tv
E quelle canzoni che riempiono le stanze
E quelle risa sguaiate
Oh come sono belle,
Dicevano.
Come sono interessanti
Come siamo noi

Ma io guardavo casa mia
Le finestre inutili
Il vetro che si appannava ogni giorno
Distorceva quel che non sono
In altro me che non sono.
Io guardavo.
Ero bello sì. Ero una casa di vetro.
Ma avevo fame, paura
E non crescevo nella direzione cui guardavo.

Allora pian piano
Ho cambiato casa
Ho costruito pareti non trasparenti
Ho dipinto le facciate
Di cazzate
E cazzate
E le risa sguaiate che piacciono tanto
A quelli con la casa di vetro.
Loro passano
Continuano a vedere
Una facciata rumorosa e sciocca.
Non cresci mai
Dicono da lontano.
Ma da così lontano
Che non li riesco nemmeno a sentire.
Vedo solo le labbra che ridono di scherno e supponenza.

Io intanto cambio.
Arredo casa mia, chiusa e invisibile.
Lascio credere
Lascio pensare
Lascio dire
e quando il fuoco delle chiacchiere langue
Lo alimento con battute di cartone
E cazzate
E cazzate
E risa sguaiate
Che piacciono tanto a chi.

E sono anni ormai
Che me ne sto chiuso dentro
Con le chiavi in tasca e cresco.
Ho imparato a leggere tante cose
Libri, persone
Le rughe di una faccia e di una mano
Ho imparato a scrivere
A salvare un pensiero gentile ogni giorno
A volte due
A volte dieci.
Ho imparto la pace, l'umiltà, l'incoscienza
Ho imparato ad andar piano, senza prudenza.
Ho le scarpe piene di noia
Che schiaccio a ogni passo.
E ogni passo è avanti
Quasi mai da solo
Quasi mai con chi non voglio.

La mia casa è dentro.
Le chiavi le ho io.
Qualcuno intuisce
Sbircia dalla finestra
Allora lo saluto
Prego
Entri
Dico
La sua casa qual è?
Ma a volte è il coraggio che manca.
C'è chi pensa che la facciata sia di vetro
E scappa via
No niente
dicono.
Pensavo fossi un'altra cosa.

Io allora faccio una foto
Per un album di case di vetro
Che non invidio ne vorrei
Nè critico
Nè offendo
Sono solo case
Che avranno anche un senso
E una ragione
Ma quel senso e quella ragione
Non fanno per me.

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