Sono un re un generale un imperatore.
Legato alla mia sedia cantando a squarciagola
Lingue mal conosciute
Comando al mio esercito di disperati:
Alberi dinoccolati, scalembri,
Luoghi indicati,
Lumi allineati giallastri, offuscati,
Pali della luce senza faccia,
Cartelli arrugginiti senza braccia.
Per tutti ho una parola, un invito, una nota musicale;
Per tutti fame sete sonno e voglia di scordare,
La guerra ci manca, i nemici fuggiti:
Regina quotidianità impicca ogni giorno
I piedi, le tasche
E il ghigno sghembo del giullare.
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