C'è che di fianco
A un nodo di foglie
Gobbe e seccate
Scorge l'infinito.
Io
Ho solo le gocce del parabrezza
Da unire
E contare
Per cercare la padronanza
Dell'occhio dentro la luce dei fari.
Eppure
Passo e volto il capo
Verso le porte
Di madri scivolate in cielo
Lasciandosi cadere da letti
Troppo bianchi per poter contenere sonno.
E non so quel che resta
Forse lo stesso piccolo infinito
Che non tornerà più.
A un nodo di foglie
Gobbe e seccate
Scorge l'infinito.
Io
Ho solo le gocce del parabrezza
Da unire
E contare
Per cercare la padronanza
Dell'occhio dentro la luce dei fari.
Eppure
Passo e volto il capo
Verso le porte
Di madri scivolate in cielo
Lasciandosi cadere da letti
Troppo bianchi per poter contenere sonno.
E non so quel che resta
Forse lo stesso piccolo infinito
Che non tornerà più.
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1 commenti:
"Eppure
Passo e volto il capo
Verso le porte
Di madri scivolate in cielo
Lasciandosi cadere da letti
Troppo bianchi per poter contenere sonno."
Ecco, qui m'è venuto il groppo in gola...
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