C'è questa immagine di me come nell'antica Roma
Sospeso sulla polvere nel grande anfiteatro
Come quei corpi legati alle estremità
Ad animali furibondi e scalcianti
Corpi squarciati fino a esplodere
Strappati via dalle cose da fare
Da chi ha bisogno
Da chi non sa stare senza
Non sa stare solo
Non sa stare.
Questa immagine di me che si guarda in giro
Di sottecchi e senza occhi
Con una mano sulla fronte
A ripararsi dal buio
Dalle cavallette
Dalle parole dette
E da quelle ripetute.
Immagine di incubi, brutti sogni, tutte le notti.
Precipitare, perdersi, svegliarsi ancora vivi,
Ma che quando i sogni sono belli
Di tutto e su tutto quello che
L'incubo comincia dal caffè
Fino al prossimo sogno
Alla prossima verità.
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