giovedì 28 luglio 2016

Sii tu sii tu sii tu



Mi serve una foresta di mani e mongolfiere,
Il sentimentale cigolio dell'umidità
Si farà strada tra le pieghe scaltre delle inquietudini.
Decollami!
Penserò di meno
Sarò felice
Ascolterò le canzoni come potessero farmi crescere 
Lingue e gambe.

Mi sono distratto.

Il caffè è così lungo che è arrivato in Cina
Rimbalzando sulla Luna
E delle tette appuntite della Dea Miruna
Ricorda il mormorio
Le preghiere
La quiete vergine delle sue notti illuni.

Sii tu sii tu sii tu
E non tu, se non sei tu
Quella che ammira i grilli che cantano la piazza.
Sii tu il grillo
Sii il suo salto
E la sua canzone
Le sue elitre spezzate nella casa di Asterione.

Il richiamo è mio
L'ho portato io
L'ho portato a spasso
L'ho portato con me
L'ho portato via
L'ho portato e lasciato nei voli delle favelle snelle. 
E si è perso si è...
Si è...
Sí.




martedì 26 luglio 2016

Di modo, non di mezzo

Tendo a essere sfortunato, con le giornate di tempo libero. Oggi volevo il mare all'alba, ma ieri sono rimasto addormentato con la radio accesa e dunque niente sveglia. Se non è l'alba sia il tramonto, mi son detto, e allora via, a dormire invece di leggere, per arrivare a sera. Tutto bene, fino a che è arrivato il vento. Improvviso e sporco di sabbia, che ha cacciato tutti. Io per primo, che basta un granello per distruggermi gli occhi, colpa delle lenti. Ma ogni tanto, la fortuna va vinta, e questo vento non sarebbe durato, aveva l'aria passeggera, e allora mi sono nascosto dietro uno spritz e ho aspettato. Lui non mi ha visto ed è andato via. Così ho potuto fare ciò che desideravo fare.
Una corsa, scalzo, scavalcando le onde, sia quelle d'acqua, sia di sabbia. Una corsa che sarebbe bastata breve, ma il ginocchio teneva, mi ero ricordato i pantaloncini per metterci le chiavi dell'auto, l'ipod e una fascia per capelli. E allora via, da Pineta a Sabbiadoro, mentre la spiaggia si svuota, a guardare tutte quelle nuvole, e tutto quel blu. 
Mi sono accorto che le nuvole sono sempre quelle. Persino il mare è cambiato, ma le nuvole no, sono le stesse di quando ero piccolo, con le scie, le strisce, le ombre scure... La gente le guarda così poco, e invece vanno guardate a lungo, senza attenzione ma in modo deciso, per capire che non sono solo belle e darlo per scontato, ma per guardare davvero che faccia hanno, che voce, che pensieri.
Correndo si ha tempo di. E l'ho fatto. 
E l'ho fatto dopo, guardando il mare e mangiando un melone, con un coltello rubato alla cugina, ascoltando una canzone bellissima, adattissima, e pensando che sbagliamo, a non stare da soli così, che si dovrebbe venire qui, da soli, davanti al mare, a stare un po' in silenzio, tranquilli, mangiare qualcosa, e se come stasera fare il bagno nella solitudine, almeno due tre volte al mese, e invece non lo facciamo mai. Chissà perché sta paure di.
Poi è stata ora di tornare, guidare in costume, arrivare casa, togliere anche quello e gironzolare nudo, mangiando un pezzo di pollo per il buio del giardino e gettando le ossa ai cani, mentre i grilli intorno cantavano. Ho pensato che non serve il mare, perché era bello anche questo. E' tutta questione di modo, non di mezzo.


domenica 24 luglio 2016

Culo luminoso




Ci si sveglia tardi.
Le sette e il Sole è già lontano,
Lo vedi e chiami e insulti ma già lui 
Non risponde più.

Eppure ha dormito con te, 
Ti ha fatto sudare nelle lenzuola, 
Ha voluto le persiane alzate e ha bevuto
Parecchio e senza ritegno
Tutta l'acqua delle tue aiuole. 

Brutto stronzo! gli dici.
E lui che pareva distratto, 
Con le mani aperte a carezzare i cruscotti
I centesimi smarriti
E la tazza del tuo latte caldo, 
Ti saluta, 
Ammicca, 
Schernisce mostrando il culo luminoso.

Non hai che da tacere, 
Riempire la tua prima fetta biscottata
E lasciargliela leccare.


giovedì 21 luglio 2016

L'anatroccolo



L'anatroccolo
Frulla sulle ninfee.
Ride il fiume.


giovedì 14 luglio 2016

La carogna della notte


La carogna di questa notte 
Si farà investire dall'alba. 
Voleranno brandelli e schegge d'osso 
E tenebra
In ogni direzione, 
Le labbra appiccicose di seme 
Germoglieranno sorrisi amari 
Un volume imbizzarrito 
Cavalcherà le strade 
Di borghi desertificati. 
Sul vetro appannato ci sarà spazio 
Per disegnare una cattedrale, 
Una scolopendra, 
Un'isola del tesoro. 
Riusciremo a leggere le ultime 10 pagine 
Del libro senza addormentarci. 
Mentre il temporale interroga i distributori
Di benzina e sigarette, 
Solo le stelle, 
Con il loro nome impronunciabile, 
Sazieranno l'insospettabilità dell'assassinio,
Mentre noi testimoni,
Distratti, 
Perdiamo tempo sul telefono.


martedì 12 luglio 2016

La vendetta delle farfalle

In quest'ora cruda,
Gonfia di penombre senza braccia 
E promesse senza occhi, 
Bisogna fare attenzione,
Stare in guardia. 
Le farfalle,
Quelle non abbastanza grandi
Non abbastanza colorate
Potrebbero vendicarsi,
Punire la nostra indifferenza,
Legarci i polsi con un chicchirichì, 
Pizzicarci le spalle, 
Mentre ancora sonnecchiamo, 
Portarci via e farci svegliare 
In mutande, 
Mal accompagnati,
In un mondo di facce sporche,
Di troppe parole,
Senza silenzio
Né lucciole
E fiordalisi.
Sbadigliamo, è già tardi,
Niente colazione, solo il caffè
E il tempo 
Di chiederci dove siamo finiti 
È volato via con l'ultima 
Minuscola
Farfalla.


mercoledì 6 luglio 2016

La notte dei sassi ammalati



Oggi è la notte dei sassi ammalati.
Non s'incrocia auto alcuna,
Non si incrociano le braccia, i lacci delle scarpe,
Le trecce e le cuffiette. 
I semafori smettono di funzionare: 
Gettano luci opalescenti, 
Color pandemonio, zuppa o color del mare.
Le lucciole incantate
Imparano a ballare, 
Ma sbagliano i passi, scintillano, sciolgono
Nel brusio le imprecazioni. 
È intanto aspettiamo il medico,
Intanto i sassi hanno già smesso di respirare.
Ma noi non disperiamo. 
Gli offriamo un braccio 
Denaro, latte e cereali. 
Resta ferma la carcassa 
Spenta e fumante dei nostri ideali
Mentre saliamo in punta di piedi sul costato
Delle cose dette tacendo
Per vedere oltre cosa c'è
E chi è scappato.


lunedì 4 luglio 2016

Il capo


Si liberano di notte
Quando il sole dimentica le chiavi
Della prigione appese
A uno spicchio di luna.

Non hanno gambe, né braccia, 
Solo una testa enorme, 
Smisurata
E un sorriso che divora 
Come i corvi fan coi morti
Gli occhi ai vivi.

Si liberano e sfilano 
In file insane
Soldati allineati
Senz'armi, né onori,
Né istinti disertori 
Né alcun sentimento d'uomo,
Solo un capo, uno solo,
Piegato eppur
Mai domo.



 

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