domenica 29 settembre 2013

Profumate d'olio

Le parole fragili
Hanno il cuore caldo, messo lì sull'ultima
Sillaba,
bramoso di farsi soffocare
Da un bacio o un sospiro o un singhiozzo
Di gioia marcita.

Le puliamo nei pensieri:
Pistole profumate d'olio
E giustizia.

Ci svegliamo irosi, le afferriamo
Dalla scarpiera e dalla madia,
Ce le mettiamo sotto la lingua,
Sulla punta delle dita, vicine agli starnuti,
Agli sbadigli,
Alle palpebre.

Poi le riportiamo a casa e le buttiamo
Sul letto
E fino al tempo
Dei sogni
Non le consideriamo più.



lunedì 23 settembre 2013

Ti hanno volato via


Le api e le falene 
Della tua gonna ti hanno volato via; 
Trascinata, 
Per mano un capriccio 
Di tempo e denaro e sorriso; 
Un'aria soffiata, 
Via e fuori, 
Dal corno e dal fagotto. 

Meriti un abito 
Di porcellana, 
Un'arma di carta o fango, 
Un sonno tenue, 
Dipinto appena, 
A matita, sulle pareti 
Della tua sprezzante beltà.


domenica 22 settembre 2013

Fosti estate

Tu che inchiodi
Le foglie agli alberi e i quadri
Ai panorami.

Tu con garbo, preziosa, 
A fare di vanità menzogna per difenderti
Da tramonti precoci e vetri appannati.

Ti dimentichi spesso il cuore 
In auto
Assieme alle chiavi di casa e a una bottiglia
Di plastica 
Vuota
E un'arma che avrebbe dovuto
Allontanare le zanzare.

Nel cruscotto conservi qualcosa
Che un tempo era stata cioccolata.

L'ultimo sole ti accarezza le unghie dei piedi,
Senza solletico.


venerdì 20 settembre 2013

Scuce l'azzurro

Scuce l'azzurro,
Spifferi tra le foglie,
L'aereo va.


martedì 17 settembre 2013

Chiappe giovani

E tu cosa guardi?
Cosa speri?
Cosa disegni, 
Unendo i nei spruzzati a caso, 
Sulle schiene pallide delle tue giornate? 

Scuoti il capo, 
A dirotto, 
In queste città che costruiscono Universi 
Attorno a un caffè,
A un prosecco, 
Alla prossima cosa bella che verrà
A bussare in faccia alle stronzate. 

Cosa guardi tu, 
Con occhi fatti di zero e di uno, 
Di codici con le gambe corte, 
Parole segrete,
Ma nel senso di prigione?

Lasciami qui, 
A plasmare alberi di cenere, 
Per altalene orfane, 
Di chiappe giovani, 
Ma cullate dai corvi
E dalla tramontana.


domenica 15 settembre 2013

Letture

Leggo il mio passato nelle unghie,
Tagliate e volate vie nell'erba del giardino,
Le righe sono chiare
Ma in lingue che ho parlato poco
Studiato mai
E conosco solo attraverso le bocche 
Altrui.

 Leggo nei giochi del cane e del gatto
E nei fruscii del nylon
Sopra le uova calde e le piume
Soffici
Il disappunto del senso buono
Fatto mio
Tuttavia.



mercoledì 11 settembre 2013

Blackout


L'elettricità si è mangiata la corrente
E non la rende più.
Al buio, cavo dalla tasca il tatto,
Dai cassetti briciole di candela.
Il loro muso cisposo
Liquefà, sopra sogni e gocciar di quiete.



lunedì 9 settembre 2013

Di virtù

Questi occhi rossi d'automobile
Danzano davanti ai miei;
Hanno mani
E piedi
E casa
E direzione.
 
Mi chiedo quanti altri così,
E se sia ricchezza o limite.
 
Mi risponde questo buio acceso
Che rimbomba negli specchietti.
 
Salvo parole regalandole,
E così
Come un giorno si può infilare
In una sola frase,
Faccio di virtù
Necessità.


domenica 8 settembre 2013

Bisonti appisolati

L'alba si è scostata dai finestrini,
Forastica,
Colta di sorpresa come un fiore selvatico.

Nei nostri calici abbandonati
Galleggiano mani e seni,
Sogni addormentati,
Cuori in ginocchio,
Deduzioni che hanno perso
Le chiavi di casa nella borsa della spesa.

Le balle di fieno
Paiono bisonti appisolati:
Di più,
La nostra acerba fantasia,
Non ci concede.


venerdì 6 settembre 2013

14,34

non è che io corra chissà per quali motivi
fondamentalmente, perché mi va
e come oggi
è occasioni di fare il cazzaro
significa che tipo
cogli l'occasione
e fai un po' la cazzata, la cosa tanto per,
che poi ti senti meglio, anche se magari sei tutto rotto,
e insomma, si sta bene a fare il cazzaro, una volta ogni tanto,
è salutare e divertente,
e quindi oggi, che avevo un'ora sola di lezione,
a Udine, e mi è venuto di dire alla vecchia
  • Vuè, che ne dici se ti porto a pedalare al parco?
  • e lei si, okay, se non ti rompo
  • e io no, anzi, e che ne dici che ce ne andiamo con la 500 e poi tu torni in macchina e io torno a piedi?
  • ma, si, va bene
  • okay, allora però porto via la roba da cambiarmi eh, mi devi aspettare un'oretta e passa
  • no problema
  • perfetto
E così mi sono cambiato davanti alla questura,
rendendomi conto solo dopo che questi, a vedere uno in mutande,
con le tartarughine sulle mutande
in mezzo al parco pieno di bambini
potevano pure venire ad arrestarmi
ma vabbè
non son venuti
e io anche mi sono dimenticato di prendere la musica
e vabbè, poco male, il ritmo me lo farò da me
e poi anche
siccome non sono capace di star buono
e in ufficio mi parevano tutti un po muffi
ho pensato di spendere i cinque euri anti vagabondaggio in biscotti dell'eurospin
che fanno bene al morale
tipo quelli cuoricinosi con la gelatina rossa in mezzo
e quelli buoni buoni, i cookies, quelli cioccolatosi e con le noci,
grandi quanto un tappo di nutella
e anche quelli al cocco fuori e biancioccolato dentro
che fanno male solo a guardarli
e insomma
son fatto così
e poi
anche se ero a dieta
me li sono pure mangiati
e verso che ne so, le sei meno qualcosa son partito
e ho scoperto queste cose:
 1) se corro senza musica e devo correre tanto è meglio, visto che faccio il mio passo invece di correre come un folle quando l'ipod mi passa i system e rallentare come un ectoplasma quando per sfiga becco un lentone dei pj
2) senza musica rischio di meno di essere preso sotto e mi sono accorto che gli altri corridori che incrocio mi  salutano, mentre fino a ieri pensavo fossero tutti dei musoni!
3) verso il km 9 la coscia destra ha cominciato a farmi male
4) un km dopo il dolore si è propagato allo stesso polpaccio
5) migrando con un'opera di mesmerismo muscolare, l'affaticamento è passato al polpaccio sinistro, il maestro zen però mi ha insegnato a ignorare e continuare a correre, la forza è nella testa
6) grazie alla cazzata del maestro zen, probabilmente correvo un po' maluccio, e quindi ha cominciato a farmi male l'anca sinistra
7) al km 12 mi sono reso conto che ogni tanto devi abbassare le braccine, altrimenti ti vengono i crampi come se avesse fatto per un'ora le seghe ai tori. ho abbassato le braccine.
8) al km 12, più o meno, ma una piccola avvisaglia si era avuta al km 8, mi sono reso conto che a correre devi andarci già cagato, sennò possono essere cazzi. Per fortuna mi sono guardato intorno e con un'opera di meditazione in movimento, senza OM, ho ignorato sia la scarpa slacciata, sia il resto.
9) al km 13 il dolore alle gambe è sublimato in una sorta di nirvana muscolare, ho pensato di chiamare casa per farmi venire a prendere ma ho valutato che non avevo le forze per aprire il cosetto del portatelefono. meglio continuare a correre.
10) Al 14 km ho visto il cartello del paese in lontananza e ho deciso che poteva bastare. appena ho cominciato a camminare - complice l'assenza di campi di mais a destra e a sinistra - la cacca che mi scappava ha ridefinito tutte le mie priorità: sete, mal di polpaccini e altre inutili bisogni umani sono scesi tutti di una posizione nella mia scala di maslow
11) km 15. gli ulti 700 metri sono passati in una serie di benedizioni rivolte al fatto di avere una casa più vicina dell'altra, bagnomunita, con le chiavi sul davanzale della finestra. Ho alternato queste benedizioni immaginando a quale casa avrei potuto suonare il campanello se non avessi avuto casa lì. Ho deciso che devo avere più amici, sparsi in zone strategiche del paese.
Bon, basta, questa è la cazzata di oggi.
Sono contento e sereno. E posso andare a cena.



mercoledì 4 settembre 2013

piccole rughe





 

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